A farmi conoscere l«Elogio della follia» fu, ai tempi dellUniversità, un amico molto caro. Avevamo avuto una discussione piuttosto accesa, in cui a più riprese mi ero sentito dare del visionario, non ricordo più per quale motivo. Lindomani mi vidi recapitare una copia del capolavoro di Erasmo in unedizione Einaudi, con una singolare dedica: «Vedrai che ti ci ritrovi». Cominciai perciò a leggere. Subito mi catturò lammirabilededica a Tommaso Moro, che già conoscevo per l«Utopia»: non riuscii a staccarmi dalla lettura se non dopo aver terminato lultima riga della splendida, autoironica conclusione.
Al di là dello stile sempre scintillante, sorretto da una straordinaria intelligenza e da una sconfinata, sapida erudizione, al di là del riuscitissimo gioco degli specchi tra apparenza e realtà, ragione ed assurdo, saggezza e follia, ad affascinarmi nellopera di Erasmo fu in particolare la tesi centrale della pazzia come forza vitale creatrice: linnovatore è tanto più originale quanto più la sua ispirazione scaturisce dalle profondità dellirrazionale. Lintuizione rivoluzionaria viene sempre percepita al suo manifestarsi come priva di buon senso, addirittura assurda. È solo in un secondo tempo che si afferma, viene riconosciuta, poi accettata e talvolta persino propugnata da chi prima lavversava. La vera genuina saggezza sta quindi non in un atteggiamento razionale, necessariamente conforme alle premesse e perciò sterile, ma nella lungimirante, visionaria «pazzia».
Tutti noi abbiamo certo riscontrato più volte la profonda verità di questa tesi. E nella mia vita di imprenditore sono stati proprio i progetti a cui più istintivamente mi sono appassionato contro lopinione di tanti, anche amici cari, i progetti per i quali ho voluto dar retta al cuore più che alla fredda ragione, quelli che hanno poi avuto i maggiori e più decisivi successi.
Ma l«Elogio della follia» - uno dei pochi libri che da quella lontana prima volta tengo a portata di mano - offre tante altre chiavi di lettura, come ogni vero capolavoro. In questi ultimi tempi sono portato ad ammirare leccezionale ricchezza dellarte della comunicazione che vi è dispiegata.
Un libro dunque che trascende ogni tempo, da rileggersi anche oggi - non solo per divertimento ma anche per apprendimento - dalluomo di studio e soprattutto delluomo di azione.
Silvio Berlusconi
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