La Costa passa al contrattacco. O meglio, è la Carnival, il colosso americano delle crociere, che prende in mano il delicato dossier Concordia, con l’invio a Genova del suo numero due: Howard S. Frank, braccio destro dell’armatore Micky Arison nonché secondo maggior azionista e primo artefice dell’acquisizione, 15 anni fa, del marchio italiano. Una specie di commissario straordinario.
Ma anche con l’ingaggio del superesperto in emergenze (finanziarie, industriali e di immagine) Luigi Norsa; e con l’invio al Giglio della sua unità di crisi e del suo uomo di punta, quel Roberto Ferrarini che nella serata del 13 gennaio avrebbe parlato più volte con il comandante Francesco Schettino per cercare in fretta e furia, date le circostanze, la soluzione migliore per limitare i danni.
Ma anche affrontando di petto la questione del risarcimento ai naufraghi (dopodomani è previsto il primo incontro con le associazioni di consumatori) e smentendo quanto riportato dal quotidiano britannico Telegraph, secondo il quale un portavoce della compagnia avrebbe detto: «La compagnia non solo rimborserà tutti, ma offrirà a chi vorrà restarci fedele uno sconto del 30% sulle future crociere». Uno sconto che i passeggeri britannici hanno subito definito «offensivo».
Contattata dal Giornale, la Costa ha spiegato che lo sconto è riservato ai clienti che avevano già prenotato una vacanza, ormai impossibile, sulla Concordia. Insomma, un’iniziativa del tutto estranea al capitolo risarcimenti.
Si diceva di Mister Frank. Il supermanager americano Usa è arrivato a Genova per prendere il timone della Costa e cercare di mettere al sicuro la Carnival dal rischio naufragio. La sua strategia dovrebbe basarsi su: i rapporti con le famiglie delle vittime e con i passeggeri della nave comandata da Schettino; la gestione delle questioni legali, in primo luogo con le assicurazioni (Moody’s parla di richieste di rimborso per un miliardo di dollari); la politica di comunicazione globale (relazioni con i media, promozione dell’immagine, azioni di marketing...). Le azioni della Carnival hanno già subito un tracollo alle Borse di New York e Londra e probabilmente il mandato di Frank comprende anche un deciso cambio di rotta nelle politiche di formazione del personale e la revisione delle cinque navi uguali alla Concordia, per aumentarne la sicurezza. Insomma, la sfida è salvare un’industria turistica, che può continuare a produrre ricchezza e dare lavoro solo se può promettere vacanze tranquille al duecento per cento.
E per gestire l’emergenza Concordia, la compagnia si è rivolta allo studio Luigi Norsa & Associati, i consulenti di «issue and crisis management» (risolvono problemi, in particolare gravi e urgenti) che per la Costa si erano occupati dell’incidente che avvenne sulla nave Magica nel 2006, quando durante una crociera caraibica una ragazza irlandese di 15 anni morì per essere caduta in mare.
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