L'ex sindaco 5S denuncia il testimone che lo "inchioda"

Filippo Nogarin a processo per omicidio colposo plurimo a seguito dell'alluvione che nel 2017 causò otto vittime. Ora denuncia l'operatore della Protezione Civile che ne ha aggravato la posizione

Una zona di Livorno nei giorni immediatamente successivi all'alluvione, nel 2017
Una zona di Livorno nei giorni immediatamente successivi all'alluvione, nel 2017

Chiamato in aula come testimone nel processo che vede come imputato l'ex sindaco pentastellato di Livorno, le sue dichiarazioni (se reputate attendibili dalla magistratura) avrebbero aggravato la posizione dello stesso ex primo cittadino. E quest'ultimo, per tutta risposta, lo ha denunciato per falsa testimonianza. Questi gli ultimi sviluppi legati al procedimento giudiziario sull'alluvione che colpì la città costiera della Toscana nel 2017, causando otto morti e danni per oltre sei milioni di euro. L'ultima udienza in ordine cronologico si è tenuta ieri presso il tribunale labronico, in attesa delle prossime calendarizzate a partire dal prossimo luglio. E stando a quanto riportato dal quotidiano Il Telegrafo, si è aperta con un colpo di scena: Filippo Nogarin, esponente del Movimento 5 Stelle e all'epoca sindaco del Comune toscano, ha presentato tramite il proprio legale una denuncia per falsa testimonianza nei confronti di Luca Soriani, ex-operatore della Protezione Civile.

La ricostruzione dei fatti effettuata da Soriani: ascoltato come testimone il mese scorso, ha fatto presente di non aver mai ricevuto dall'allora sindaco nè da altri esponenti dell'amministrazione o del Comune il via libera all'avvio del sistema d'allerta telefonico. Nogarin deve rispondere di omicidio colposo plurimo perchè secondo l'accusa avrebbe in buona sostanza sottovalutato la portata dell'evento atmosferico: la tesi accusatoria è che una comunicazione sollecita e preventiva alla cittadinanza circa il potenziale pericolo avrebbe forse potuto ridimensionare gli effetti del cataclisma. Messaggio al quale proprio il sindaco avrebbe dovuto dare il via libera, per quanto concerne l'invio ai residenti. "Sabato 9 settembre 2017 prima dell’alluvione, sentii il dirigente della Protezione civile, il comandante della polizia municipale Riccardo Pucciarelli e gli riferii, come avevo fatto anche con il sindaco Nogarin, di aver fatto tutto quello che era contemplato dalle procedure del piano di Piano di protezione civile - testimoniò lo scorso gennaio Soriani - gli chiesi se fosse stato necessario attivare l’alert system vista la previsione di criticità arancio per la giornata di domenica 10 settembre, per il quale poteva dare il via libera solo il sindaco. Pucciarelli mi risposte che lo avrebbe riferito al sindaco. Poi mi chiamò e mi disse che l’alert system non andava attivato".

Una versione dei fatti che il politico grillino ha però contestato: a suo dire, non ci sarebbe alcuna traccia dell'ultima telefonata fra Soriani e Pucciarelli. E a poco meno di un mese dalla testimonianza del primo, ha quindi deciso di denunciarlo.

"Nessuno ha mai cercato di contattare me e il dirigente di Protezione Civile anche quando il quadro generale stava cambiando così rapidamente – aveva già scritto Nogarin sul proprio profilo Facebook pochi mesi fa, giustificandosi - dalle testimonianze emerse ieri in aula, rese da alcuni degli attori presenti in città durante quella tragica notte si evince anche che non era facile nemmeno comprenderlo, così come non lo hanno purtroppo percepito coloro che hanno avuto un ruolo attivo". Sono insomma trascorsi quasi sei anni dalla tragedia, ma il dibattito in sede giudiziaria non si è ancora concluso. E se queste sono le premesse, promette di proseguire a lungo.

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