Caso Open Arms, Meloni: "Criminalizzare la difesa dei confini è un grave precedente"

La reazione del premier davanti alla criminalizzazione dell'operato di un ministro è sdegnata, l'avvocato Bongiorno sostiene che "c'è stata la correttezza dell'operato di Salvini". Schlein: "Inopportuna presa di posizione della Meloni"

Caso Open Arms, Meloni: "Criminalizzare la difesa dei confini è un grave precedente"
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La pubblica accusa ha chiesto, alla fine di un'udienza fiume, la condanna a 6 anni di reclusione per il ministro Matteo Salvini per il caso della Ong Open Arms. Il leader della Lega non era presente in aula nella giornata odierna ma era rappresentato dal suo avvocato, Giulia Bongiorno. "Sei anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi e difeso l'Italia e gli italiani? Follia. Difendere l'Italia non è un reato e io non mollo, nè ora nè mai", ha scritto il ministro dei Trasporti sui suoi social.

Al termine, la richiesta dei pm è stata condannata dal premier Giorgia Meloni che, nel fornire la sua solidarietà al suo vicepremier, ha sottolineato come "trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo". Per il premier "è incredibile che un ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini". Anche il vicepremier Antonio Tajani, ministro degli Esteri del governo Meloni, si è schierato al fianco di Salvini, sostenendo che "ha fatto il suo dovere di ministro dell'Interno per difendere la legalità".

L'avvocato Bongiorno, uscendo dal tribunale di Palermo, ha spiegato che "dai pm è stato tratteggiato un quadro non corrispondente alla realtà" per quanto riguarda il comportamento dell'allora ministro degli Interni, in quanto "stato detto in requisitoria che le decisioni di ritardare lo sbarco dopo le redistribuzione era esclusivamente di Salvini ma così non è". Questo perché, prosegue il legale, "se andate a vedere le dichiarazioni pubbliche di atri ministri, tutti rivendicavano orgogliosamente i respingimenti".

Per Bongiorno "basta esaminare gli atti e non fare ipotesi e teoremi per rendersi conto che durante tutto il processo c'è stata la correttezza dell'operato di Salvini". Il che implica anche "massima attenzione alla salute dei migranti". Il ritardo nel rilascio del porto sicuro alla nave spagnola Open Arms con 148 migranti a bordo, che costa al ministro l'accusa di sequestro di persona, sostiene l'avvocato, "è minimo rispetto a quello che quotidianamente si registra quando devono sbarcare i migranti".

Non appena è stata resa nota la richiesta della procura nei confronti del ministro Salvini, la Lega ha diramato un comunicato sostenendo che si tratta di una richiesta "vergognosa" perché "difendere l'Italia non è un reato ma un dovere". E rivolgendosi direttamente al proprio leader, dal Corroccio concludono: "Avanti tutta senza mollare, Matteo, sempre al tuo fianco". In breve è arrivata anche la reazione del ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, secondo il quale la requisitoria "ha un forte sapore politico". La tutela dei diritti umani, ha proseguito il ministro, "va sempre bilanciata con la difesa di interessi generali che tutelano anche altri diritti umani. Il giudizio sulla prevalenza è un giudizio prettamente politico e non giudiziario. Si rischia altrimenti di mettere in crisi lo Stato di diritto fondato innanzitutto sulla divisione dei poteri".

Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati, esprimendo solidarietà a Salvini, ha sottolineato che "processare un ministro e chiedere addirittura una pena di sei anni per un atto compiuto nell'esercizio delle sue funzioni, per una decisione presa per contrastare il traffico di esseri umani in una situazione molto delicata- peraltro espressione di una linea condivisa collegialmente da quel governo - è un precedente gravissimo".

"Ho trovato molto inopportuno l’intervento della presidente Giorgia Meloni - dice la segretaria del Pd, Elly Schlein - perché noi pensiamo che il potere giudiziario ed esecutivo siano separati secondo il principio della separazione dei poteri e quindi il rispetto istituzionale imporrebbe di

non mettersi a commentare dei processi che sono aperti. Stupisce che oggi abbia trovato il tempo per commentare la vicenda di Salvini, mentre da ieri, non abbia ancora proferito parola sul patteggiamento di Giovanni Toti".

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