"Consiglieri eletti con favori e minacce". Il sistema dell'uomo del Pd a Torino

Salvatore Gallo, storica figura del centrosinistra piemontese, è accusato di estorsione e peculato, ma nelle carte dei magistrati si profila anche una presunta corruzione elettorale durante il voto comunale del 2021

"Consiglieri eletti con favori e minacce". Il sistema dell'uomo del Pd a Torino
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Dopo Bari, un'altra bomba giudiziaria rischia seriamente di esplodere seriamente nell'area del Partito Democratico anche a Torino, quando mancano poche settimane alle elezioni regionali. Nell'inchiesta dei carabinieri del Ros e della stazione di Leinì - coordinati dal pubblico ministero della Dda Valerio Longi -, oltre a un fitto intreccio tra appalti, lavori pubblici e 'ndrangheta, sta emergendo anche un presunto scambio di favori per ottenere voti che avrebbe riguardato il voto delle Comunali dell'ottobre 2021. L'indagine ruota attorno principalmente agli appalti per le manutenzioni dell'autostrada Torino-Bardonecchia: qua sono già state disposte nove misure cautelari con accuse – a vario titolo – di associazione mafiosa, concorso esterno, riciclaggio, estorsione, ricettazione, e detenzione illegale di armi.

Inoltre è finito nel mirino anche Salvatore Gallo, che non è stato privato della libertà personale. 85 anni, figura storica del Psi torinese e del centrosinistra, è stato presidente di Sitalfa (concessionaria Sitaf che gestisce la A32) e procuratore speciale di Sitaf fino al 2015. Suo figlio, Raffaele, è attualmente consigliere regionale e capogruppo del Pd: non è indagato, ma viene citato più volte nell'ordinanza. Adesso Salvatore risulta indagato per estorsione e peculato: tuttavia un capitolo dell'ordinanza è stato dedicato anche a presunte violazioni delle normative elettorali che regolano le elezioni amministrative.

Circa sedici anni fa Gallo fonda l'associazione culturale IdeaTo, definita dagli inquirenti "una vera e propria costola locale del Partito Democratico". Alla vigilia delle consultazioni elettorali del 2021 s'impegna a favorire i candidati della "sua" area. Il 27 settembre di quell'anno viene contattato da Francesco Anello - imprenditore e piccolo azionista Sitaf, anche lui sotto inchiesta - che gli chiede un "aiuto" per potersi sottoporre rapidamente a un intervento di chirurgia ortopedica: "Tu puoi farmi operare in fretta perché qui sono intervenuti tutti – si legge nelle intercettazioni - ma non mi danno un termine e io non posso andare avanti un mese".

Salvatore Gallo gli suggerisce di effettuare prima un controllo medico nello studio di un suo conoscente, chiedendogli però allo stesso tempo in cambio di impegnarsi immediatamente in maniera attiva in campagna elettorale: "Senti, allora, 'sta campagna elettorale qualche telefonata la puoi fare? Si? Anche se sei su una sedia a rotelle". Anello accetta e, pochi giorni dopo, ottiene rassicurazioni dal medico sulla rapidità dell'operazione. A quel punto Gallo diventa più esplicito: "Vabbè senti questo ti costa 50 voti di preferenza… non sto scherzando se no… non chiedere più niente. Devo vincere… Mi devi dimostrare che ci siano i voti, se no ti tolgo il saluto".

I nominativi indicati dall'85enne sono molto chiari: Caterina Greco, candidata al Consiglio comunale a Torino nelle fila del Pd, e Sonia Gagliano, definita "la figlia di un nostro ex compagno", candidata al Consiglio della circoscrizione 4. Si arriva al giorno prima del voto (2 ottobre 2021) quando arriva la conferma di Anello: "I miei dipendenti li ho mobiliati, io quello che dovevo fare l'ho fatto … io ho dei problemi perché al mio seggio ci sono venti gradini". Ma anche in questa circostanza Gallo è categorico e gli chiede di trovare una soluzione rapida "perché non dobbiamo perdere neppure un voto". Greco e Gagliano (che non sono indagate) verranno poi elette consiglieri rispettivamente con 857 e 244 voti.

Alla fine fa vincere ben otto esponenti. "Quel ca..o di Gallo li ha nominati tutti", afferma al telefono l'ex ad di Sitalfa, Roberto Fantini, manager nominato in quota Pd all'Osservatorio sulla legalità degli appalti e finito ai domiciliari con l'accusa di aver agevolato le cosche della 'ndrangheta negli appalti per la manutenzione dell'autostrada Torino-Bardonecchia. Per il giudice si tratterebbe del "viatico per acquisire maggiore potere e orientare con ancora maggiore facilità le scelte della pubblica amministratore". Gallo, con un suo uomo, voleva entrare nella giunta comunale, ma poi le cose non vanno come sperato.

Al momento di nominare gli assessori, il neosindaco Stefano Lo Russo (che non è coinvolto in alcun modo nella vicenda) non contatta infatti nessuno del gruppo Idea-To: preferisce, a quanto si legge nelle carte, "persone competenti sulle materie specifiche".

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