Rexhino "Gino" Abazaj non verrà estradato in Ungheria, almeno per il momento, ma dovrà comunque restare in carcere. Il militante di estrema sinistra albanese, accusato da Budapest di aver partecipato ai pestaggi del Giorno dell'Onore (stessa accusa mossa a Ilaria Salis) è stato fermato e arrestato a Parigi in conseguenza di un mandato di cattura internazionale emesso dall'Ungheria e dallo scorso novembre è recluso in un carcere alle porte della Capitale. Nella giornata di mercoledì 12 febbraio si è svolta l'udienza che avrebbe dovuto decidere sulla sua estradizione, chiesta da Budapest, ma il tribunale di Parigi ha scelto ancora di non decidere, rinviando a marzo l'udienza.
Ilaria Salis è particolarmente interessata a questo caso, non solo perché Gino è suo amico, visto che i due sono "compagni" di lotte da tanto tempo e insieme hanno anche fatto qualche manifestazione antagonista. Salis è interessata al caso di Gino perché, indirettamente, da quel che decide il tribunale di Parigi potrebbe dipendere la decisione del parlamento europeo, chiamato a stabilire se l'europarlamentare deve continuare ad avere l'immunità oppure no. L'Ungheria ha chiesto ufficialmente che questa venga revocata in modo tale da poter riprendere il processo, Salis si sta aggrappando a ogni possibile appiglio per non essere giudicata. È stata eletta per questa ragione, dopo tutto. Se Parigi dovesse estradare Gino, allora per lei la strada sarebbe ipoteticamente più in salita.
"La domanda per ottenere i domiciliari è stata giudicata ricevibile ma non soddisfacente in quanto il domicilio è sconosciuto (lui non ci ha mai abitato) il legame tra Gino e le persone che lo ospiterebbero non è comprovato. Quindi Gino dovrà restare in carcere", fanno sapere dagli ambienti antagonisti. Nella nota, poi, aggiungono: "L'Ungheria il giorno prima dell'udienza ha inviato ulteriori informazioni (quelle che non erano state consegnate entro tempo massimo) che quindi non hanno avuto modo di essere consultate e valutate. Il primo dossier ungherese era incompleto. È stato di conseguenza chiesto più tempo per trarre delle conclusioni complete". La prossima udienza è stata fissata per il 12 marzo.
Nel frattempo Salis continua a perorare la causa del suo amico e per il momento non trova nessuno che sostenga la sua, almeno tra i banchi del parlamento europeo. Per ora non ci sono state prese di posizione nette al di fuori del suo piccolo gruppo di estrema sinistra, "Left" e oggi ha preso il via a Strasburgo la sessione a porte chiuse della commissione Affari Giuridici dove oggi è in agenda l'esame della richiesta di revoca dell'immunità.
L'europarlamentare è attesa in aula per illustrare agli eurodeputati la sua posizione.
L'iter decisionale, che dovrà concludersi con un voto in commissione, stando a fonti parlamentari, dovrebbe concludersi in primavera, ma potrebbe estendersi ulteriormente nel caso in cui gli eurodeputati dovessero chiedere di analizzare ulteriori documenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.