I giudici contro Margherita Agnelli: non ha diritto di scavare sulla cassaforte dei suoi figli

Dopo una lunga serie di successi - il più clamoroso: l'incriminazione per truffa allo Stato dei suoi figli John, Lapo e Gineva Elkann - a Margherita tocca oggi incassare una sconfitta, con la decisione del tribunale di Torino che respinge il suo reclamo contro le irregolarità che sarebbero state commesse nella iscrizione di Dicembre alla Camera di commercio

I giudici contro Margherita Agnelli: non ha diritto di scavare sulla cassaforte dei suoi figli
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Margherita Agnelli, la figlia dell'Avvocato, impegnata da anni in una lotta legale furibonda con il resto della famiglia, non ha diritto di scavare sulla storia di Dicembre, la cassaforte dell'impero Fiat. Dopo una lunga serie di successi - il più clamoroso: l'incriminazione per truffa allo Stato dei suoi figli John, Lapo e Gineva Elkann - a Margherita tocca oggi incassare una sconfitta, con la decisione del tribunale di Torino che respinge il suo reclamo contro le irregolarità che sarebbero state commesse nella iscrizione di Dicembre alla Camera di commercio. È una decisione che, secondo quanto comunicato dallo staff di Margherita, oggi signora de Pahlen, contrasta con le precedenti decisioni della giustizia torinese, e per questo i legali della donna si preparano ad impugnarla.

A risultare indigesta a Margherita è probabilmente la motivazione della decisione: secondo cui la figlia dell'Avvocato "da oltre vent'anni" non ha niente a che fare con Dicembre. Il riferimento è chiaramente agli accordi del 2004, con cui Margherita concordava con sua madre Marella Caracciolo la fuoriuscita dall'asse ereditario in cambio di una sontuosa buonuscita. Ma quella buonuscita, dice oggi Margherita, era molto inferiore a quanto le sarebbe spettato, perché le venne tenuto nascosto dalla madre e dai suoi professionisti l'ammontare del tesoro accumulato da Gianni Agnelli all'estero nel corso degli anni.

Proprio operando su Dicembre, secondo la denuncia di Margherita, tra il 2021 e il 2023 Donna Marella e i suoi nipoti - ovvero i tre fratelli Elkann - avrebbero contribuito a perfezionare la truffa ai suoi danni e dello Stato, . Nel mirino ci sono "evidenti anomalie anche di carattere documentale che hanno accompagnato l'aggiornamento della compagine sociale di Dicembre", tra cui la cessione delle quote dalla nonna ai nipoti. Partendo dalla denuncia di Margherita, in settembre la Procura di Torino è arrivata a sequestrare 74 milioni di euro ai tre fratelli Elkann.
Ora i giudici civili torinesi dicono che "né il rilievo mediatico né la notorietà dei soggetti coinvolti" legittima le pretese di Margherita su una società con cui non ha più niente a che fare.

Gli avvocati di Margherita contestano la decisione e annunciano che continueranno "le iniziative giudiziarie a tutela degli interessi di Margherita e dei suoi figli de Pahlen", anche loro - secondo la madre - vittime delle trame dei fratellastri. La dinasty di Villar Perosa continua.

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