Insulti a Meloni a un concerto: indagato per vilipendio il leader dei Placebo

Aperto un fascicolo dalla procura di Torino nei confronti di Brian Molko, che lo scorso 11 luglio aveva definito il presidente del Consiglio "fascista, razzista, pezzo di m..."

Insulti a Meloni a un concerto: indagato per vilipendio il leader dei Placebo
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È stato aperto dalla procura di Torino un fascicolo per vilipendio delle istituzioni in merito al caso degli insulti pronunciati contro Giorgia Meloni da Brian Molko, il frontman del gruppo musicale britannico Placebo. L'iniziativa fa seguito a un rapporto trasmesso a Palazzo di giustizia dai carabinieri. Gli attacchi offensivi erano stati durante un concerto a Stupinigi, alle porte di Torino, nell'ambito del festival "Sonic park".

I Placebo si erano esibiti a Nichelino la sera dello scorso 11 luglio: dal palco, Molko, 41 anni, aveva insultato la presidente del consiglio. In maniera del tutto ingiustificata, senza che vi siano stati precedenti, il cantante e chitarrista cominciò infatti a urlare nei confronti del premier: "Razzista, fascista, pezzo di m...". Il temperamento del musicista è ben noto a chi segue la band, ma l'invettiva contro un capo del governo italiano non aveva alcun tipo di precedente. I carabinieri avevano segnalato il caso al pubblico ministero del "turno urgenze" della procura del capoluogo piemontese.

Le escandescenze del frontman dei Placebo

I cinquemila spettatori presenti sotto il palco dello Stupinigi Sonic Park dovettero così assistere alle invettive pronunciate dallo storico leader della band. Nel giro di pochissimi secondi fu tutto un'esplosione di offese personali piuttosto pesanti espresse tutte in lingua italiana. Il gesto dell'ombrello e il dito medio avevano poi condito la sua esibizione volgare e violenta contro il premier.

Furono pochi i video che ritrassero quel momento e non perché - come qualcuno aveva avanzato - vi fosse stata una certa forma censura. Ma solamente per il fatto che i Placebo, come ben sa chi li segue, non hanno mai amato particolarmente che ci siano i telefoni accesi durante i loro concerti: ed è per questo che invitano gli spettatori a spegnerli e a godersi lo spettacolo senza effettuare registrazioni o fotografie. Ma qualcuno là "disobbedì" ai suoi idoli e le immagini avevano cominciato a rimbalzare sui social.

Scarsa eleganza e mancanza di rispetto avevano caratterizzato l'esibizione a Nichelino, ma ai più non stupì quel loro comportamento, visto che quando furono invitati sul palco del teatro Ariston nel lontano 2001, forse per rompere il protocollo o per creare disagio nel pubblico compito di Sanremo, Molko spaccò una chitarra

ricevendo in cambio una sonora protesta. Quella volta la sua reazione fu più elegante, si chinò e se ne andò, mentre stavolta ha travalicato il limite della volgarità. Da oggi, invece, è ufficialmente indagato per vilipendio.

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