Morte Alice Neri, la verità in un fazzoletto. Lo straniero resta il principale indiziato

Un fazzoletto di carta sul quale sono state rinvenute tracce di dna maschile potrebbe fare definitivamente luce sulla morte di Alice Neri. Il principale indiziato resta però il tunisino Mohamed Gaaloul e anche l'avvocato della famiglia Neri punta il dito contro di lui

Un primo piano di Alice Neri
Un primo piano di Alice Neri

Sul luogo della tragedia è stato rinvenuto un fazzoletto di carta, incastrato fra uno degli pneumatici e il parafango dell'auto della vittima, sul quale i primi esami avrebbero accertato la presenza di DNA maschile. E potrebbe rappresentare la chiave per fare definitivamente chiarezza sulla morte di Alice Neri, per quanto il principale indiziato resti il ventinovenne tunisino Mohamed Gaaloul. Questi gli ultimissimi sviluppi relativi alla scomparsa della trentaduenne madre di famiglia trovata priva di vita lo scorso novembre a Concordia, un paese situato nella provincia di Modena. A seguito dell'incidente probatorio svoltosi ieri, 28 aprile, saranno effettuati degli accertamenti anche sugli anelli della defunta, su due mozziconi di sigaretta e sulle maniglie dell'autovettura. Oltre che sul fazzoletto sopracitato, che nella visione degli inquirenti potrebbe rivelarsi decisivo. Il cadavere della donna, carbonizzato, venne ritrovato com'è noto nelle campagne modenesi lo scorso autunno, all'interno dell'automobile sulla quale si era appena allontanata da un locale, nelle primissime ore del mattino.

La ricostruzione delle ultime ore

Qui, sulla base delle ricostruzioni degli investigatori, Alice avrebbe trascorso alcune ore in compagnia di un altro amico, chiacchierando davanti ad uno spritz. Le telecamere del sistema di videosorveglianza della zona avrebbero però ripreso anche Gaaloul, poi risultato peraltro destinatario di un provvedimento di espulsione. In particolare, sempre secondo l'accusa, si vedrebbe l'extracomunitario avvicinarsi al veicolo della donna intorno alle 3, dopo che quest'ultima era uscita dal bar. La fuga del magrebino, che subito dopo la tragedia lasciò l'Italia, insospettì subito le forze dell'ordine. Dopo la cattura si era detto estraneo alla vicenda: aveva confermato di aver accettato quella notte un passaggio da una "donna bionda", ma al tempo stesso aveva dichiarato di essere sceso dopo poche centinaia di metri (su richiesta della ragazza, a quanto pare). E di non avere alcuna idea di quel che sarebbe successo da lì a poco ad Alice Neri.

L'avvocato: "Gaaloul non ha fornito risposte convincenti"

Dichiarazioni che non hanno evidentemente convinto del tutto, visto che l'uomo risulterebbe ancora detenuto in carcere. Già la scorsa settimana, la difesa di Nicholas Negrini (marito di Alice Neri) aveva fatto presente come la procura ritenesse il caso vicino alla chiusura, alla luce delle prove che incastrerebbero Gaaloul. E anche l'avvocato della famiglia della vittima si è espresso in questi termini proprio nelle scorse ore, invitando gli investigatori ad approfondire gli elementi già emersi.

"Gaaloul non ha fornito risposte convincenti nè sul motivo che lo aveva spinto ad allontanarsi all'estero nè sulla sua presenza nell'auto di Alice - le parole dell'avvocato Cosimo Zaccaria, riportate dal sito ModenaToday - mi sembra inoltre che sia stato trovato il dna di Alice sul portafoglio e sulla tracolla del signor Gaaloul. Sarebbe meglio concentrarsi su qualcosa di più significativo, che disquisire sul capello o su altro".

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