Il debito di droga, l'omicidio e gli arresti: chi c'è dietro la morte di Paolo Stasi

Sono state spiccate 5 misure di custodia cautelare nell'ambito dell'indagine per l'omicidio di Paolo Stasi, indagine che si è ampliata, a causa del presunto movente, all'ambiente dello spaccio di droga

Il debito di droga, l'omicidio e gli arresti: chi c'è dietro la morte di Paolo Stasi
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Sono state spiccate cinque misure cautelati nell’ambito dell’indagine, svolta dal comando provinciale dei carabinieri di Brindisi sotto la guida di Rolando Giusti, sull’omicidio di Paolo Stasi. Alle 17.20 del 9 novembre 2022, il 19enne Stasi fu freddato a Francavilla Fondana da due colpi d’arma da fuoco esplosi da distanza ravvicinata al torace, a seguito di quello che gli inquirenti ritengono un assassinio legato agli ambienti dello spaccio di droga, ovvero marijuana, nel Brindisino. Stasi venne attirato a uscire da casa, si presume, da una persona che conosceva bene. Le indagini sono state coordinate dai pm Milto de Nozza, Paola Guglielmi e dal procuratore Simona Filoni.

Per due persone si sono aperte le porte del carcere, mentre un’altra è ai domiciliari e altre due sono state sottoposte a obbligo di dimora. In totale otto persone sono state rinviate a giudizio a vario titolo: per gli arrestati le accuse sono omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e futili motivi, mentre per gli altri si parla di reati di droga.

Una degli indagati è infatti Annunziata D’Errico, madre dello stesso Stasi, accusata di detenzione ai fini di spaccio di marijuana. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la donna sarebbe stata coinvolta nell’attività di spaccio che si sarebbe svolta nella casa di famiglia. Tra coloro che invece sono stati soggetti a ordinanze di custodia cautelare c’è un 18enne, Luigi Borracino, che però era minorenne all’epoca dei fatti: per lui l’ordinanza è stata emessa dal tribunale dei minorenni di Lecce, mentre per gli altri il foro competente è il tribunale di Brindisi.

L’ex minorenne è tra coloro che sono stati tradotti in carcere: sarebbe stato lui ad attirare Stasi fuori dall’abitazione e a esplodere i colpi, mentre l’altro arrestato, un 21enne di Francavilla Fontana, Cristian Candita, avrebbe guidato l’automobile con cui entrambi si sarebbero allontanati dal luogo del delitto. Pare che il movente, come detto maturato negli ambienti dello spaccio di sostanze stupefacenti, sia relativo a un debito di circa 5.000 euro.

Non solo: i due arrestati sono accusati anche di aver proseguito l’attività di spaccio dopo l’omicidio di Stasi.

Sarebbero stati supportati dalle fidanzate, una 24enne e una 20enne, che sono rispettivamente la persona destinata ai domiciliari la prima e per la quale è stata disposto l’obbligo di dimora la seconda. Obbligo di dimora anche per un 20enne di Francavilla Fontana, che dopo la morte di Stasi avrebbe assunto il suo ruolo in qualità di “custode della sostanza stupefacente”.

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