
Seconda udienza nel processo d’appello per l’omicidio di Saman Abbas, la 18enne di origine pakistana uccisa la notte dopo il 30 aprile 2021 a Novellara, il cui corpo, su indicazione dello zio, è stato rinvenuto solo un anno e mezzo più tardi a poche centinaia di metri dall’azienda agricola in cui gli Abbas vivevano e lavoravano.
Sono stati presenti tutti e cinque gli imputati: i tre già condannati sono stati suddivisi in due gabbie, da una padre il padre Shabbar Abbas e lo zio Danish Hasnain, dall’altra la madre Nazia Shaheen. Imputati a piede libero, poiché assolti in primo grado, i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. In primo grado i genitori di Saman erano stati condannati all’ergastolo, lo zio a una pena di 14 anni di reclusione.
All’apertura dell’udienza è stato mostrato un filmato prodotto dagli inquirenti: il video contiene un montaggio di registrazioni delle telecamere di sorveglianza dell’azienda agricola nelle ore comprese tra il 29 aprile e l’1 maggio. Quelle immagini servirebbero a ricostruire i movimenti degli imputati prima, a ridosso e dopo l’omicidio. Il video è stato guardato da tutti con grande attenzione, con l'eccezione di Nazia, che ha continuato a tenere la testa bassa.
C'è stata l'attesa testimonianza di Ali Haider, il fratellino di Saman che ha deciso di raccontare la propria versione a dispetto di quella dei famigliari e oggi si trova in una comunità protetta. Il giovane è stato sentito dietro a un paravento, per non essere intimorito o non incrociare lo sguardo dei famigliari, con cui non può interagire. “Non vede i suoi genitori da quando aveva 16 anni, vorrebbe semplicemente vederli”, ha aggiunto il suo avvocato Angelo Russo, spiegando alla corte che Ali vorrebbe restare in aula dopo la deposizione.
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Sono stati molti i “non ricordo” nella testimonianza di Ali, tra cui dove si trovasse quando la sorella è uscita di casa per l’ultima volta. Ma il giovane ha ricostruito parte degli avvenimenti: ha confermato di avermi mostrato ai genitori le chat tra Saman e il fidanzato Saqib Ayub, e che il padre “si arrabbiò tantissimo, mia sorella disse che non era vero, poi prese le sue cose e voleva andare via”. A quel punto i genitori le avrebbero dato della carta, ma “sono sicuro al 100% che non erano i documenti, erano stati nascosti”. Saman si sarebbe dunque cambiata in bagno, indossando abiti all’occidentale. Ali non ricorda cosa abbia fatto Shabbar, ma solo “che la mamma diceva a Saman di non andare”.
Il giovane è tornato a puntare il dito contro lo zio Danish: “Ho visto mio zio che prendeva per il collo mia sorella, c'erano anche i cugini. Quando è venuto zio non gli ho chiesto nulla perché avevo paura. Ma quella notte ha dormito con me, ha pianto”.
In primo grado la corte non aveva escluso che l'omicidio potesse essere stato compiuto da Nazia, e Danish aveva raccontato che proprio la cognata sarebbe stata l'esecutrice materiale del delitto. La testimonianza di Ali proseguirà il 13 marzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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