Fa discutere, ed è comprensibile, la sentenza che chiama i genitori a rispondere civilmente per la condotta del figlio, all'epoca sedicenne, colpevole di aver violentato una compagna di classe. Il Tribunale di Firenze ha condannato al risarcimento i genitori per culpa in educando, come previsto dall'articolo 2048 del Codice civile sulle responsabilità genitoriali. In sostanza: la famiglia non è stata ritenuta capace di fornire la corretta educazione al figlio e quindi, secondo il giudice, merita di essere condannata. Al contrario, sono stati sollevati da ogni responsabilità la scuola e il ministero dell'Istruzione, pure chiamati sul banco degli imputati dai parenti della vittima. Al di là dell'aspetto strettamente giuridico, nel quale non entriamo, il giudice ci impone di riflettere su alcuni temi davvero complessi e centrali, a partire ovviamente dalla gravità dei fatti. Da un lato, il giudice, condannando il ragazzo e la sua famiglia, pone l'accento sulla responsabilità individuale dell'accusato alla quale viene però associata la famiglia, che non avrebbe fatto il suo dovere. A questo punto possiamo fare due osservazioni. La famiglia dovrebbe essere la principale fonte dell'educazione e anche, aggiungiamo, la prima fonte dell'istruzione stessa. Eppure è anacronistico pensare che abbia mantenuto intatta questa funzione e che non sia stata affiancata da altre «fonti» inquinate. Il cellulare in tasca è forse più forte e offre cattivi esempi a profusione, i social media ne sono pieni, televisione e stampa si accodano volentieri a dare visibilità a una schiera infinita di «fenomeni» che in un'altra epoca, meno connessa, avrebbero potuto al massimo aspirare alla carica di zimbelli del quartiere. Ma è giusto associare la famiglia in una sentenza così grave? Non si varca appunto la soglia della responsabilità individuale, facendo paradossalmente ricadere sui padri le colpe dei figli? La minore età ci fa propendere per ritenere fondata la chiamata in causa dei genitori, pur sapendo che, in generale, essere buoni padri e madri non è affatto facile. A volte dovrebbero essere educati i genitori stessi affinché possano compiere il proprio dovere in modo adeguato. La scuola non c'entra.
E meno male, lo scriviamo con un filo di sollievo: sarebbe clamoroso il contrario.Però di fronte alla vittima non possiamo che chiedere scusa, tutti quanti. Per quanto noi ci sentiamo assolti, siamo lo stesso coinvolti nel declino dell'istruzione, dell'educazione, della gentilezza.
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