"Torneremo in acqua con Mare Jonio". Così Casarini sfida i giudici

Da Ragusa, dove è in corso la seconda udienza preliminare per il caso Mare Jonio, Casarini annuncia il ritorno in mare con la nave entro due settimane

"Torneremo in acqua con Mare Jonio". Così Casarini sfida i giudici
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Udienza preliminare a Ragusa per il caso Mare Jonio: Luca Casarini si è presentato in aula insieme a un altro imputato, Giuseppe Caccia. Assenti tutti gli altri: Alessandro Metz in qualità di armatore Idra Social Shipping, Agnese Colpani e Fabrizio Gatti. L'accusa per tutti, a vario titolo, è di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina aggravato dal fatto di averne tratto profitto. In più, per Metz, Marrone, Caccia e Casarini c'è anche l'accusa di inosservanza di provvedimenti dell'autorità e di irregolarità in merito al rispetto del Codice della navigazione.

Questa è la seconda udienza preliminare sul caso e a Ragusa ha sfilato un corteo, che la Cgil locale ha organizzato come "scorta di solidarietà" per i sette indagati. Nel mirino dell'organizzazione sindacale, per voce di Peppe Scifo, segretario generale provinciale, il decreto Cutro che, a suo dire, "vuole mettere sempre più in difficoltà il soccorso in mare, mentre vediamo ogni giorno aumentare il numero dei morti in mare. Saremo qui in ogni occasione". Intanto, Casarini ha lanciato la sua sfida ai giudici, annunciando all'agenzia Agi la volontà di tornare in mare con la Mare Jonio, che è anche l'unica nave Ong operativa a battere bandiera italiana, entro le prossime due settimane. "Oggi in udienza vedremo se troveremo risposte alle nostre istanze riguardanti le gravissime violazioni al nostro diritto di difesa", dice Casarini.

La narrazione che si tenta di portare avanti è sempre la stessa: se non verrà data ragione agli imputati, allora il tutto è una macchinazione contro di loro. "Oggi speriamo ci vengano date risposte anche per capire se qui è un luogo dove al centro c'è la giustizia o c'è qualcos'altro, se c'è una vendetta o una ritorsione", ha dichiarato ancora Casarini, mettendo in dubbio l'imparzialità dei giudici nel caso in cui la decisione sarà contraria alle aspettative. Niente di nuovo, d'altronde il vittimismo è una delle cifre stilistiche di ogni equipaggio delle Ong.

Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans ed estranea al processo, si è aggiunta a Casarini nell'annunciare il ritorno in acqua della nave Mare Jonio, attualmente ferma in porto a Trapani: "La campagna di mobilitazione ci permetterà di tornare in mare con la Mare Jonio, per tornare a fare ciò che deve fare e di

dimostrare che le intimidazioni non sono sufficienti a fermare il soccorso civile e a fermare l'azione della società civile contro la barbarie". Basta che lo si faccia nel rispetto del confine legislativo.

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