I punti chiave
Colpo di scena al processo nei confronti di Marco Eletti, il 30enne che nel 2021 uccise a martellate il padre e avvelenò la madre nella casa di famiglia a San Martino in Rio, in provincia di Reggio Emilia. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d'appello con cui l'imputato era stato condannato a 24 anni e 2 mesi di reclusione per omicidio premeditato e tentato omicidio. I giudici della Suprema Corte hanno accolto l'istanza presentata dalla difesa, che aveva fatto ricorso sull'aggravante della premeditazione per l'uccisione del genitore, rinviando a nuovo processo di secondo grado.
La sentenza della Cassazione
La decisione della prima sezione penale è arrivata attorno alle ore 17 di martedì 5 novembre, dopo circa cinque ore di camera di consiglio. In primo grado Eletti era stato condannato dal Tribunale di Reggio Emilia per l'omicidio premeditato del padre, Paolo Eletti, e il tentato omicidio della madre, Sabrina Guidetti. La Corte d'Appello aveva sancito la condanna a 24 mesi e due anni di reclusione. I legati dell'imputato, gli avvocati Noris Bucchi e Luigi Scarcella, hanno fatto ricorso in Cassazione contro l'ultima sentenza, contestando l'aggravante della premeditazione. Secondo i difensori, il trentenne non avrebbe premeditato l'uccisione del padre. Ora spetterà ai giudici della Corte d'Appello di Bologna, dove si celebrerà il nuovo processo di secondo grado, decidere sul punto.
L'omicidio
I fatti risalgono al 24 febbraio del 2021. All'epoca 32enne, Eletti si recò a casa dei genitori con un vassoio di bignè imbottiti di benzodiazepine. La madre li mangiò e perse conoscenza, mentre il padre declinò l'assaggio. A quel punto il giovane si accanì sull'anziano genitore con un martello, uccidendolo. Dopodiché praticò alcuni tagli sul corpo della mamma, nel tentativo di simulare un suicidio, s'imbrattò gli abiti di sangue e allertò il 118. Le indagini accertarono le responsabilità di Eletti che confessò il delitto in aula, a dicembre del 2022: "In tutto questo tempo mi sono state vicine molte persone, familiari e avvocati, che mi hanno aiutato a riflettere sul fatto. E grazie a queste riflessioni, posso dire a voi e a me stesso, che devo ammettere sia a voi sia a me stesso, le responsabilità che ho sull’accaduto. Un peso con il quale non è facile confrontarsi, un peso che ti opprime e che ti spinge in un baratro", furono le sue parole. Durante il processo, che ha visto ammettere 140 testimoni, non sono mancate le sorprese.
Ad esempio l'esame del Dna che ha rivelato come l'imputato non fosse il figlio naturale di Paolo Eletti. Circostanza che ha consentito alla difesa di far cadere l'aggravante del vincolo di parentela. Ora l'ultimo colpo di scena con la decisione della Cassazione: il processo è da rifare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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