Dopo il Coronavirus e il vaiolo delle scimmie (monkeypox) un’altra malattia proveniente dal mondo animale è stata individuata in un uomo in Cina. Il patogeno, soprannominato dalla stampa orientale ‘Monkey B’ è stato scoperto all’inizio del secolo scorso, viene trasmesso dalle scimmie attraverso un contatto con il sangue, a seguito di un morso o un graffio. Dalla sua scoperta sono stati registrati soltanto un centinaio di casi, nessuno di questi in Italia. Negli ultimi giorni si è riaccesa l’attenzione sull’argomento dopo che a Hong Kong, in Cina, un uomo di trentasette anni è stato colpito dall’Herpesvirus simiae, il ‘Virus B’ trasmesso principalmente dai Macachi. Secondo le prime ricostruzioni a fine febbraio l’uomo sarebbe stato aggredito dal piccolo primate durante un’escursione con la famiglia al Kam Shan Country Park dove ogni anno migliaia di persone da tutta la Cina vanno per ammirare i branchi di scimmie selvatiche.
Le parole dell’esperto
Come ipotizzato qualche anno fa con il vaiolo delle scimmie, anche Monkey B potrebbe trasmettersi tra uomini attraverso rapporti sessuali, a sostenerlo è Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, intervistato dal quotidiano La Stampa. “Nella storia di questa infezione - ha detto il professor Caruso - è stato documentato anche un caso di trasmissione del virus da uomo a uomo, soltanto uno”. La trasmissione fra umani rimane avvolta nel mistero - merito anche ai pochi casi finora registrati - ma la comunità scientifica ha comunque avallato alcune ipotesi “Probabilmente - dice Arnaldo Caruso - è l'ipotesi, il virus si trasmette sempre attraverso lo scambio di fluidi infetti, tramite tagli o rapporti sessuali".
I sintomi e i farmaci (che possono arrivar tardi)
Dopo aver contratto il virus le persone infette potrebbero credere di essersi beccati una semplice influenza, i sintomi iniziali sono quasi identici, ma non è così. Con il passare del tempo si rischia una progressione sempre più aggressiva, fino ad arrivare all’infezione del sistema nervoso centrale.
“Complicanze frequenti insorgono almeno nella metà dei casi - continua il virologo Caruso - come per tutti i virus erpetici, anche per curare l'Herpesvirus simiae nell'uomo esistono dei farmaci antiviral, medicinali che vanno dati immediatamente, non appena si sospetta l'infezione. Perché se arriva al cervello i farmaci non possono più agire”. Se il virus arriva ad infettare il cervello, non c’è più nulla da fare.
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