Al termine di una notte di fuoco, contrassegnata da pesanti attacchi via terra, aria e mare sulla città di Gaza e nel nord della Striscia, Israele può rivendicare la morte di due comandanti militari di Hamas. Due figure di spicco, nonché assi portanti della strategia bellica del gruppo filo palestinese impegnato in una conflitto aperto contro Tel Aviv. Si tratta di Asem Abu Rakaba e Ratib Abu Tzahiban. Il primo guidava la rete aerea della milizia, il secondo era a capo delle forze navali della Brigata di Gaza City.
Gli ultimi comandanti di Hamas uccisi da Israele
Israele ha spiegato di aver ucciso Asem Abu Rakaba, l'uomo che aveva "partecipato alla pianificazione del massacro" del 7 ottobre e che aveva diretto in particolare "i terroristi infiltrati in Israele in parapendio", "responsabile degli attacchi di droni contro le postazioni militari". Rakaba, come detto, era il capo dello schieramento aereo di Hamas. Secondo le Forze di difesa israeliane (Idf), non solo era stato attivamente coinvolto nel blitz sopra citato, risultandone una delle menti, ma era anche responsabile dei veicoli aerei senza pilota, dei parapendii a motore, dei rilevamenti aerei e della difesa del gruppo di Hamas.
L'altra figura di spicco neutralizzata da Tel Aviv risponde al nome di Ratib Abu Tzahiban, altro rilevante attore di Hamas. Pare che Tzahiban gestisse gommoni e battelli - di concerto con Akram Hijazi, responsabile degli "uomini rana" di Hamas, anch'egli ucciso - e che avrebbe orchestrato un tentativo di attacco navale in Israele il 24 ottobre. Non è chiaro se le autorità israeliane, con questa frase, si riferiscano ad un episodio in cui un gruppo di sommozzatori del gruppo filo palestinese è stato respinto dopo aver tentato di infiltrarsi nel territorio israeliano su una spiaggia situata a nord di Gaza. La lista dei comandanti di Hamas uccisi inizia ad essere tuttavia sempre più corposa. Lo scorso martedì Israele ha ucciso in seguito ad un attacco aereo anche Abed Alrahman, Khalil Muhajez e Khalil Tatri.
Pugno duro
I due obiettivi di Israele sono chiari: liberare gli ostaggi rimasti a Gaza e distruggere Hamas. Per farlo, ha iniziato ad aumentare la pressione sulla Striscia in attesa di una – si presume – quasi imminente invasione terrestre nell'area. Nel corso dell'ultima notte, i bombardamenti hanno preso di mira la parte settentrionale dell'enclave, nello specifico le aree di Jabaliya, Beit Lahiya e Beit Hanoun. Il portavoce dell'esercito israeliano, Daniel Hagari, ha fatto sapere che sono stati colpiti 150 obiettivi sotterranei, "tunnel dei terroristi, piattaforme di guerra e ulteriori infrastrutture" e che "decine di terroristi" sono stati uccisi. Tra questi, figurano, appunto, Tzahiban e Rakaba, oltre agli altri comandanti già neutralizzati.
Il governo israeliano ha stilato un elenco nel quale sono comparsi 42 nomi di rilevanti membri di Hamas uccisi, compresi quelli sopra citati. Come se non bastasse, la IDF ha fatto sapere di aver distrutto un gran numero di tunnel sotterranei, gli stessi usati dai comandanti della milizia filo palestinese per fuggire e rispondere con ulteriori attacchi.
Hamas, al contrario di Israele, ha parlato di pochissimi membri di spicco uccisi, annunciando di pari passo molteplici rimpiazzi, in un chiaro tentativo di normalizzare una situazione sempre più pressante. La morsa delle forze israeliane è infatti sempre più forte. Del resto, come ha tuonato il premier Benjamin Netanyahu, "gli uomini di Hamas sono morti che camminano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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