Città blindate, niente eventi e code per donare il sangue: i russi riscoprono la paura. E ora l'Fsb finisce nel mirino

Esercito schierato a tutte le fermate della metropolitana. Capitale quasi in lockdown. I servizi segreti accusati di lassismo per non aver preso sul serio i report americani

Città blindate, niente eventi e code per donare il sangue: i russi riscoprono la paura. E ora l'Fsb finisce nel mirino
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Un vasto tappeto di fiori copre parte della Mezhdunarodnaya Ulitsa, l`arteria che attraversa la Moscova, collegando Krasnogorsk alla periferia nord-ovest di Mosca. È un memoriale spontaneo, che si alimenta di ora in ora con l`arrivo di migliaia di cittadini russi. Al civico 20 sorge l`auditorium Crocus City Hall, il teatro dell`eccidio, dove venerdì notte hanno perso la vita quasi 150 persone nel massacro rivendicato dall`Isis. Mosca si è risvegliata ieri sotto choc, con l`innaturale silenzio violato dal suono delle sirene dei pompieri, delle ambulanze e delle forze di polizia. La città è blindata: tutte le 263 fermate della metro sono presidiate dai militari, così come le 7 stazioni ferroviarie e i 6 aeroporti. Il capo della polizia Oleg Baranov ha avuto l`ordine dal Cremlino di effettuare controlli a tappetto per scongiurare nuovi assalti e per fermare la fuga di eventuali altri complici o fiancheggiatori dei jihadisti.

Eppure la pistola fumante Putin ce l`aveva in mano già il 7 marzo, quando l`ambasciata Usa a Mosca invitava i connazionali nella capitale a evitare assembramenti e luoghi affollati per possibili attacchi terroristici. Proprio in queste ore sta emergendo la notizia di un flusso di informazioni tra intelligence Usa e russa, risalente a novembre, su minacce dalla galassia Isis, definite all`epoca dagli 007 di Mosca «troppo circostanziali e poco affidabili». A finire sotto accusa è Aleksandr Bortnikov, direttore del controspionaggio dell`Fsb, apparato che negli ultimi tempi sembra aver perso zelo e coesione. Basti pensare ai continui attacchi ucraini e dei partigiani pro-Kiev alle strutture energetiche e militari a Belgorod e Tusk.

Non è soltanto la capitale a finire sotto chiave: provvedimenti restrittivi sono stati estesi alle città di San Pietroburgo, Ekaterinburg e Rostov. Il messaggio è chiaro: uscire di casa solo per reali necessità, un po` come ai tempi del lockdown. C`è però qualcuno che «trasgredisce» l`ordine, come ad esempio le oltre mille persone che si sono recate nei centri di donazione sangue per sostenere i feriti. Al Centro Gavrilov alle 8.30 (ora di Mosca) c`era già una lunga coda fuori dall`edificio. Sguardi rivolti a terra, qualcuno pregava, altri piangevano pensando soprattutto ai bambini che lottano tra la vita e la morte nei reparti di terapia intensiva. È come assistere a un passaggio di consegne non organizzato: i donatori escono di casa e i pompieri ci fanno ritorno, devastati da una notte di lavoro in condizioni drammatiche. Sono 470 i vigili del fuoco che hanno iniziato a lavorare dalla sera di venerdì, staccando a mezzogiorno di sabato. Sostituiti da squadre specializzate che attraverso l`utilizzo della robotica rimuovono le macerie dell`auditorium. Social e organi di informazione parlano di Islam, un giovane eroe, guardarobiere 15enne del Crocus, che ha messo in salvo più di 100 persone evacuandole da una porta di servizio che dava sulla strada. È anche una promessa del calcio nello Spartak Mosca. La sua storia sembra il contraltare del lassismo di Bortnikov e del Fsb.

Oggi è stato dichiarato lutto nazionale, moltissimi gli eventi annullati. La Federcalcio russa ha annunciato la cancellazione di tutte le partite, compresa la gara di domani sera della nazionale contro il Paraguay. Il ministero degli Interni ha attivato 18 linee telefoniche per vittime e parenti dell`attentato.

Tre in particolare sono dedicate per ottenere il patrocinio legale gratuito, l`assistenza psicologica e il sostegno ai minori che hanno perso i genitori. Gazprombank ha deciso di cancellare tutti i prestiti o mutui contratti da vittime e familiari.

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