In Giappone si sta diffondendo una tendenza che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza nazionale del Paese e dei suoi partner, Stati Uniti in primis. Una recente indagine condotta dal governo nipponico ha infatti rilevato che sempre più acquirenti legati alla Cina stanno comprando terreni e strutture situate in prossimità di aree considerate politicamente sensibili o militarmente strategiche. Sul territorio giapponese ci sono 583 località designate come "aree monitorate" o "aree monitorate speciali", all'interno delle quali vige una legge che regolamenta la compravendita di beni immobili che si trovano, tra le altre condizioni, entro 1 chilometro da siti importanti, come le basi delle Forze di autodifesa e le centrali nucleari. Ebbene, pare che sempre più entità cinesi siano interessate a stabilirsi in queste zone, con tutte le preoccupazioni del caso da parte di Tokyo.
Cosa succede tra Cina e Giappone
Il quotidiano Japan Times ha scritto che, nel corso del 2023, individui ed entità non giapponesi sono stati coinvolti in 371 transazioni, pari al 2,2% del totale. Tra gli acquirenti non giapponesi, il 54,7% proveniva dalla Cina, il 13,2% dalla Corea del Sud e il 12,4% da Taiwan. Delle acquisizioni collegate a individui ed entità affiliate all'estero in 20 prefetture, 104 sono avvenute nei pressi della sede centrale del ministero della Difesa a Ichigaya, a Tokyo, e 39 nei pressi del Comando di controllo del materiale di terra della Forza di autodifesa terrestre, sempre nella capitale del Paese.
Molte acquisizioni, in generale, hanno avuto luogo in aree urbane e circa l'80% delle transazioni riguardava condomini. L'indagine è stata presentata nei giorni scorsi durante la riunione del Consiglio per l'uso del patrimonio immobiliare del Cabinet Office. Durante la riunione, il consiglio ha proposto di modificare alcune designazioni di aree di sicurezza, come l'aggiornamento della base Hofu Kita dell'Air Self-Defense Force da area monitorata ad area monitorata speciale. Ricordiamo che la base aerea nella città di Hofu nella prefettura di Yamaguchi ospita un'unità dello Space Operations Group dell'ASDF. I rischi derivanti dalla presenza di attori stranieri nei pressi di siti sensibili? Fare i conti con episodi di spionaggio, eventuali interferenze o hackeraggi.
Le orecchie del Dragone
Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le segnalazioni in merito a – vere o presunte - orecchie del Dragone sparse in tutto il globo. Un altro esempio oltre al Giappone? Strani movimenti in corso a Cuba, dove la Cina starebbe ampliando, o in certi casi costruendo da zero, alcune strutture sospette. Le ultime immagini satellitari mostrano l'allargamento di presunte stazioni per lo spionaggio elettronico collegate a Pechino. Tra queste anche un sito, mai individuato in precedenza, situato a circa 110 chilometri dalla base navale Usa di Guantanamo. In attesa di capirne di più, e soprattutto di accertare l'effettivo utilizzo degli edifici sospetti, ricordiamo che da almeno un anno i riflettori della stampa statunitense sono puntati su ipotetiche trattative tra Cuba e Cina per intensificare i loro legami a livello militare e di intelligence.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, che ha citato un approfondito studio del Center for Stretegic and International Studies (CSIS), Cuba starebbe costruendo un sito radar che molto probabilmente sarà in
grado di spiare la vicina base navale statunitense di Guantanamo Bay. La base, in costruzione dal 2021 ma in precedenza non resa pubblica, si trova a est della città di Santiago de Cuba, nei pressi del quartiere El Salao.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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