Lo scontro tra Russia e Finlandia si estende anche nell’ambito dei trasporti. Venerdì 15 dicembre la Rossijskie železnye dorogi (Rzd), la società che gestisce le ferrovie della Federazione, ha accusato la sua controparte di Helsinki VR-Yhtymä Oy (Vr group) di aver illegalmente sequestrato quattro treni di proprietà comune, senza che il loro trasferimento venisse concordato.
I mezzi sono degli Sm6, che circolavano tra i due Paesi sotto il nome di Allegro e mettevano in collegamento con l’alta velocità la capitale scandinava con San Pietroburgo. La linea è stata interrotta nel marzo del 2022, come conseguenza dello scoppio della guerra in Ucraina. “Le ripetute proposte delle Ferrovie russe di riprendere l'esercizio dei treni Allegro nell'ambito degli accordi esistenti non sono state accettate dalla parte finlandese”, ha dichiarato Rzd, aggiungendo che il rifiuto di Vr group ha comportato la perdita di denaro e la mancanza di adempiere ai propri obblighi finanziari. Sarebbe proprio quest’ultimo punto la causa scatenante di tutta la vicenda.
La società scandinava, infatti, ha affermato di aver rimborsato i prestiti di Karelian trains (la joint venture con Rzd) per evitare il fallimento, ottenendo una prelazione sui treni che le ha permesso di sequestrarli e inserirli nell’inventario dei mezzi a propria disposizione. Si prevede che essi entreranno in servizio a partire dal 2025 per i viaggi nazionali a lunga distanza, dopo le verifiche tecniche e le opere di manutenzione. Come spiegato da Elisa Markula, amministratore delegato di Vr group, “la manutenzione dei treni per renderli idonei alla circolazione richiede circa un anno, perché su di essi non è stata eseguita né sono stati ordinati pezzi di ricambio a causa della situazione poco chiara della joint venture”.
Questa vicenda è solo l’ultima di una serie di scontri diplomatici che hanno progressivamente eroso il rapporto tra i due Stati. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, la Finlandia ha adottato una posizione fortemente anti-Putin, rinunciando anche alla sua tradizionale neutralità per entrare a far parte della Nato e garantendo alle truppe americane l’utilizzo di basi nel proprio territorio. Un comportamento, questo, condiviso da tutti i Paesi che, nel caso di un’ipotetica guerra con la Russia, si troverebbero in prima linea. Nel 2022, l’allora primo ministro Sanna Marin ha ordinato lo stanziamento di 400 milioni di euro per la costruzione di un muro lungo i 1.
340 chilometri di confine con la Federazione e ha imposto dure restrizioni ai turisti con passaporto russo. Mosca, da parte sua, ha dato il via ad una campagna di “guerra ibrida” inviando centinaia di immigrati illegali alla frontiera, in modo da destabilizzare il Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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