"Gaza senza benzina". L'ultima balla dei palestinesi

Secondo l’agenzia dell’Onu per la Palestina manca il carburante per i generatori degli ospedali di Gaza. Ma l’IDF propone una versione molto diversa

"Gaza senza benzina". L'ultima balla dei palestinesi
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Guerra in Medio Oriente, giorno 20. Israele si sta preparando per l’invasione di Gaza, è atteso solo il via libera del gabinetto di guerra. Ma il conflitto è anche propaganda e anche da questo punto di vista la battaglia è senza esclusione di colpi. Secondo quanto riferito mercoledì dall’UNRWA (l’agenzia delle Nazioni Unite per la Palestina), Gaza sta finendo la benzina: manca il carburante per i generatori degli ospedali e la situazione è di piena emergenza. Una versione smentita in maniera categorica da Israele, che ha puntato il dito contro i miliziani di Hamas.

"Abbiamo ancora un'autonomia di 24 ore, poi dovremo interrompere la nostra attività. Ci serve carburante, non ne abbiamo più […] Senza carburante, si ferma tutto e sarà crisi umanitaria inimmaginabile: non possiamo movimentare camion, auto e personale. Non funzionano gli ospedali, non funzionano le macchine per la desalinizzazione, non funziona nulla", il racconto alla Stampa di Adnan Abu Hasna, media advisor dell'UNRWA. Entrando nel dettaglio, l’elettricità a Gaza proviene da due fonti: 120 MegaWatt da Israele e 70 MegaWatt dalla centrale elettrica di Gaza. Il primo canale è stato bloccato il 9 ottobre, mentre il secondo ha esaurito il carburante l’11 ottobre ed è stato spento. Ma come anticipato secondo Israele la situazione è molto diversa rispetto a quella raccontata dall’UNRWA.

A Gaza di benzina ce n’è in abbondanza, ma è tutta nelle mani di Hamas: l’IDF non ha dubbi. Come evidenziato da Libero, Tel Aviv sostiene che il gruppo terroristico palestinese stia usando grandi quantità di carburante per il sistema di ventilazione dei loro tunnel e per i loro attacchi, tra mobilitazioni e affondi missilistici. Il portavoce dell’esercito, il colonnello Peter Lerner, è perentorio: “Non possiamo lasciare che il carburante passi attraverso Israele per finire nelle mani di queste persone, questi macellai”. Secondo quanto testimoniato dall'IDF con dettagliate fotografie aeree, i serbatoi sono sparsi in tutta l’area della Striscia. Uno di questi, nei pressi del valico di Rafah, conterrebbe 350 mila litri di diesel e 500 mila litri di benzina.

Lo scontro è aperto anche sul piano della comunicazione. Hamas ha stigmatizzato l’intervento di Lernes con un comunicato: “Questa menzogna dimostra quanto il portavoce dell’esercito israeliano sia di mentalità ristretta e incapace di fare affermazioni credibili”.

Sul dossier è intervenuta anche la Casa Bianca con il portavoce della Sicurezza nazionale John Kirby: le preoccupazioni di Israele sono legittimi ma il carburante deve poter arrivare alla popolazione di Gaza. Ricordiamo che Washington, con 343 milioni di dollari, è il maggior contributore dell’UNRWA e non è possibile escludere possibili pressioni in tal senso.

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