Il timore di boicottaggi e la riscossa del buonsenso: anche Jack Daniel’s abbandona le politiche woke. Dopo il caso della Harley-Davidson, anche la celebre casa produttrice di whisky ha optato per un passo indietro rispetto alla linea ultra-inclusiva pianificata. La società Brown-Forman Corp. che detiene il marchio ha confermato di aver cancellato i programmi DEI – dedicati a diversità, uguaglianza e inclusione – a causa delle crescenti pressioni da parte di giornalisti e politici conservatori statunitensi.
I manager della Brown-Forman Corporation, la più grande azienda di vini e liquori negli Usa, hanno inviato una lettera al personale per rendere noto che gli incentivi e gli obiettivi dei dipendenti saranno legati alle "performance aziendali" e non ai progressi in materia di diversità, uguaglianza e inclusività. Una doccia gelata per i seguaci della religione del risveglio. Ma non è tutto: la società che detiene Jack Daniel’s non parteciperà più al Corporate Equality Index, un indice della Human Rights Campaign Foundation sul trattamento, nelle aziende, di dipendenti e consumatori Lgbt - come sancito anche dalla Harley-Davidson - abbandonando inoltre i piani per lavorare con più fornitori provenienti da minoranze.
“Il mondo si è evoluto, la nostra attività è cambiata e il panorama è cambiato radicalmente, in particolare negli Stati Uniti”, si legge nella comunicazione riportata dal Telegraph.“Con queste nuove dinamiche in gioco, dobbiamo adattare il nostro lavoro per garantire che continui a guidare i risultati aziendali, riconoscendo al contempo in modo appropriato l'ambiente attuale in cui ci troviamo”. L’azienda nelle ultime settimane era finita al centro del dibattito in rete per la svolta “sospetta”, legata a un iper-progressismo esasperato. Fondata più di 150 anni fa, la Brown-Forman in precedenza aveva collegato il 10 per cento della retribuzione ai progressi compiuti sugli obiettivi DEI. Da qui, complici i rischi di sabotaggio, il dietrofront.
Nessuno ha infatti dimenticato quanto capitato alla Anheuser-Busch, società madre della birra Bud Light, che ha perso milioni di dollari per uno spot promozionale con la star transgender Dylan Mulvaney. Anche in questo caso, dunque, denaro batte inclusività esasperata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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