Kosovo, scontri tra Kfor e dimostranti serbi: feriti 14 militari italiani

A Zvecan, città del nord del Kosovo, 34 militari delle truppe Kfor sono rimasti feriti negli scontri con i dimostranti serbi contrari all'elezione del nuovo sindaco albanese. Tra loro anche 14 italiani

Kosovo, scontri tra Kfor e dimostranti serbi: feriti 14 militari italiani
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Tensione in Kosovo, dove 34 militari ungheresi, moldavi e italiani appartenenti alla Kfor (Kosovo Force), le unità della missione Nato attiva nel Paese, sono rimasti feriti nei gravi scontri esplosi con i dimostranti serbi a Zvecan, città del nord a maggioranza serba dove sono scoppiate le proteste per l'elezione del nuovo sindaco di etnia albanese. 14 dei 34 militari coinvolti sono di nazionalità italiana, membri del 9 reggimento Alpini l'Aquila, come confermato dallo Stato maggiore della Difesa. Di questi, tre sarebbero gravi ma non in pericolo di vita: secondo quanto apprende l'Ansa da fonti informate, avrebbero riportato delle ustioni e alcune fratture "esposte".

I soldati italiani sarebbero stati inoltre colpiti con molotov o altri dispositivi incendiari. In questo momento sarebbe in corso un tentativo di contenimento delle frange più estremiste. Per disperdere la folla la polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni e bombe stordenti. L'intervento delle truppe Kfor oggi sarebbe stato richiesto perché i manifestanti avrebbero bloccato alcuni veicoli della polizia kosovara. Stamattina, prima dei tumulti a Zvecan, la Serbia ha annunciato di aver mobilitato l'esercito al confine col Kosovo in massimo assetto di combattimento fino a venerdì.

Tra i dimostranti, riferisce il sito serbo Politika, ci sarebbero "decine" di feriti. A scatenare la dura reazione della popolazione serba in queste ultime settimane è stata la battaglia a distanza tra i due governi, quello kosovaro e quello serbo, sulle elezioni municipali del 23 aprile scorso organizzate da Pristina ma duramente contestate da Belgrado in un periodo delicatissimo per i negoziati tra i due Stati. Alle consultazioni di un mese fa, boicottate dai serbi, ha partecipato però soltanto una percentuale bassissima degli elettori. La legittimità dei nuovi consigli comunali è stata dunque messa in discussione nei principali centri settentrionali, tra cui Zvecan, dove i manifestanti hanno tentato di entrare nel municipio. Nel 2022 una crisi sulle targhe dei veicoli ha agitato i rapporti tra i due Paesi, ma grazie a un accordo spinto anche dall'Ue l'escalation è stata evitata.

Il Kosovo ha dichiarato la sua indipendenza nel 2008, nove anni dopo la fine della guerra con la Jugoslavia terminata con l'intervento della Nato a tutela dell'etnia albanese nella regione. Oggi più di 100 Stati riconoscono il Kosovo, che però non fa parte delle Nazioni Unite ed è storicamente rivendicato dalla Serbia, contraria all'indipendenza di Pristina

Il comunicato della Kfor

"Questo pomeriggio – si legge in un comunicato diffuso dalla Kfor – le unità della Kfor sono state dispiegate nelle 4 municipalità del Kosovo settentrionale per contenere le violente manifestazioni avvenute dopo che i sindaci appena eletti nei giorni scorsi hanno cercato di insediarsi. Mentre contrastavano le frange più attive della folla, diversi soldati del contingente Kfor italiano e ungherese sono stati oggetto di attacchi non provocati e hanno riportato ferite da trauma con fratture e ustioni dovute all'esplosione di ordigni incendiari. Prontamente curati dalle unità mediche Kfor, sono attualmente sotto osservazione da parte del personale medico che sta valutando le loro condizioni".

"Il Comandante – si legge – della Missione Kfor, Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia, sta seguendo personalmente l'evolversi della situazione ed esprime la sua solidarietà agli uomini e alle donne della missione rimasti feriti durante gli scontri. Ha sottolineato che gli attacchi non provocati alle unità Nato sono inaccettabili e che la Kfor continuerà a svolgere il suo mandato in modo imparziale".

Tajani: "Continua impegno per la pace"

Immediata la solidarietà delle istituzioni. A parlare per primo è il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha voluto rimarcare l'impegno del contingente italiano per la pace nella regione.

"La Difesa e il ministro Guido Crosetto esprimono vicinanza e augurano una pronta guarigione ai militari Nato Kfor italiani, ungheresi e moldavi rimasti feriti negli scontri in Kosovo", fa sapere invece in una breve nota il ministero della Difesa.

La condanna della Nato

La Nato definisce inaccettabili gli attacchi contro le truppe della Kfor. "La Nato condanna fermamente gli attacchi non provocati contro le truppe della Kfor nel nord del Kosovo, che hanno provocato il ferimento di diversi. Tali attacchi sono totalmente inaccettabili. La violenza deve cessare immediatamente. Chiediamo a tutte le parti di astenersi da azioni che infiammano ulteriormente le tensioni e di impegnarsi nel dialogo. La Kfor intraprenderà tutte le azioni necessarie per mantenere un ambiente sicuro e protetto e continuerà ad agire in modo imparziale, in conformità con il suo mandato ai sensi della risoluzione 1244 del 1999 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite".

La reazione di Belgrado

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha tenuto in serata un discorso alla nazione.

Vucic ha attaccato il premier kosovaro Albin Kurti, ritenuto responsabile degli eventi odierni con lo scopo di mettere la Serbia contro la Nato, e ha dichiarato che "verrà fatto di tutto per preservare la pace". Domani, fa sapere il capo di Stato serbo, il Quint (gruppo composto da Usa, Francia, Germania, Italia e Regno Unito) si riunirà per discutere dei fatti di Zvecan.

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