Negli occhi ha ancora quei momenti vissuti durante la mattinata dello scorso 22 dicembre, quando ha rischiato di morire a causa della violenta aggressione subita dall'ex fidanzato Mohit Kumar, il quale l'ha accoltellata all'interno del negozio in cui lavora a Oslo con il chiaro intento di ucciderla: è la stessa Martina Voce a raccontare la terribile esperienza vissuta.
"Faccio ancora gli incubi su quella mattina", rivela la 21enne fiorentina a Repubblica. "Ero fuori dal negozio per buttare via delle cose e me lo sono visto davanti. Mi ha chiesto se avevo ancora un ragazzo", prosegue, "gli ho risposto di farsi i fatti suoi e che se voleva comprare qualcosa poteva anche entrare, altrimenti doveva andarsene". A quel punto il 24enne informatico perde la testa, e scatta verso di lei non appena gli dà le spalle. "Mi sono girata e sono entrata. All'altezza delle casse mi ha tirato una coltellata da dietro", ricorda Martina,"ho camminato ancora e mi ha colpito di nuovo, con un grosso coltello da militare. Una signora ha assistito alla scena e ha iniziato a urlare".
È solo l'inizio, e quando si gira verso il suo ex l'aggressione continua con ancora maggior furia:"Ha iniziato ad attaccarmi frontalmente. Ho cercato di scappare e mi ha colpito di nuovo da dietro. Alla schiena e sulla nuca. Era muto. Ma con il sorriso stampato in faccia". La 21enne cerca di allontanarsi disperatamente dal suo aguzzino con le forze residue che ha in corpo: "Sono caduta nel mio sangue. Per fortuna è arrivato il mio ragazzo che me lo ha tolto di dosso", spiega la giovane,"ho provato ad allontanarmi strisciando, quello però si è divincolato ed tornato verso di me". Mohit Kumar è intenzionato ad andare fino in fondo, ma Martina continua a lottare: "Da sdraiata l'ho tenuto a distanza usando le gambe, mentre provava ancora a colpirmi. Lo hanno fermato accoltellandolo". "I paramedici sono arrivati un minuto dopo. Mentre mi portavano via ero convinta che non ce l'avrei fatta", ricorda la 21enne.
L'ex la stava tormentando già da qualche tempo, nel tentativo di poter riallacciare la relazione con lei. "Mi messaggiava, aveva fatto anche un account falso", racconta la ragazza, "e una decina di giorni prima di aggredirmi mi aveva invitato a vedere un gatto che aveva adottato". "Dopo l'arresto la polizia mi ha detto che in casa del gatto non c'era traccia. Forse era una scusa, una trappola. Lì sarebbe riuscito ad uccidermi", considera Martina.
Eppure, ciò nonostante, la fine del loro rapporto non era stata burrascosa: "Non lo amavo più. Avevamo chiuso in modo tranquillo", ricorda la giovane. Una versione, peraltro, confermata anche dal padre. I messaggi si erano tuttavia fatti via via sempre più minacciosi, ma lei aveva preferito non denunciare il 24enne informatico, come suggeritole dal genitore, dal momento che non si era mai mostrato particolarmente aggressivo o violento.
"Di femminicidi in Italia ce ne sono tutti i giorni. Qui in Norvegia invece sono eventi rari", considera Martina, che non ha assolutamente intenzione di andare via dopo l'esperienza traumatica: "Già volevo rimanere in Norvegia, questa cosa mi fa venire ancora più voglia di fermarmi a vivere qui.
Oslo è un posto sicuro". "È stato un codardo. Ha iniziato a colpirmi da dietro", dice la giovane parlando del suo ex fidanzato,"non ha avuto il coraggio di guardarmi negli occhi e ammazzarmi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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