Milizie popolari all'interno delle grandi aziende di Stato. È questa l'ultima tendenza che si sta consolidando in Cina, dove le principali società statali del Paese starebbero favorendo, o in alcuni casi consolidando, niente meno che la presenza di unità sotto la gestione diretta delle varie guarnigioni locali dell'Esercito popolare di liberazione (Pla). L'obiettivo, come ha spiegato la stampa cinese, consisterebbe nel rafforzare la difesa nazionale sfruttando un maggiore coordinamento tra il Partito Comunista Cinese (Pcc) e i grandi colossi statali. Ci sono tuttavia diverse intepretazioni che arrivano dall'esterno. Alcuni esperti sostengono che questo fenomeno evidenzierebbe gli sforzi della Cina in vista di un potenziale conflitto per Taiwan. Altri ancora hanno invece ipotizzato una connessione tra il consolidamento delle suddette milizie popolari aziendali e le preoccupazioni delle autorità cinesi per i disordini sociali legati all'indebolimento dell’economia.
Le milizie popolari aziendali
La notizia, nello specifico, è stata diffusa da The Liberation Daily News e The Paper. Lo scorso 26 ottobre, durante il briefing mensile del ministero della Difesa cinese, il portavoce del dicastero, Wu Qian, ha affermato che lo sforzo in questione fa parte dell'approccio cinese alla difesa nazionale, e che le suddette milizie sono disponibili per qualsiasi compito, comprese mobilitazioni su larga scala in risposta a guerre o disastri naturali.
"Le unità delle forze armate popolari all'interno delle imprese statali sono una componente del sistema di difesa nazionale, sono il dipartimento del lavoro armato del Partito all'interno delle imprese, nonché il braccio di reclutamento del governo all'interno delle imprese", ha detto Wu, senza tuttavia specificare quante (e quali) aziende statali abbiano recentemente istituito unità, né spiegare perché una simile esigenza si sta ripresentando adesso.
La mossa della Cina
Alla fine di settembre, il Jiefang Daily di Shanghai riferiva ad esempio della costituzione di una milizia in seno allo Shanghai Municipal Investment Group, un fondo sovrano cinese SOE (State-owned enterprise, impresa a conduzione statale) controllato dal governo di Shanghai e altri soggetti. Secondo i media cinesi, quest'anno sarebbero state istituite unità in almeno 23 aziende statali a livello nazionale, nove delle quali soltanto a Wuhan.
L’inserimento delle milizie nelle imprese statali, e l’inserimento delle unità delle Forze Armate Popolari nel tessuto della società, non sono affatto una novità per la Cina. La dipendenza del Paese da queste unità raggiunse il suo apice ai tempi di Mao Zedong, quando si contavano più di 30 milioni di miliziani a livello nazionale. Negli anni '80, quando il Paese si concentrò maggiormente sulle riforme e sulla ricostruzione della sua economia, i numeri iniziarono a ridursi a circa 8 milioni.
June Teufel Dreyer, politologo e specialista cinese presso l'Università di Miami, ha spiegato, come citato da Voa news, di vedere la mossa cinese come un tentativo di rafforzare la presa del Partito sulle aziende statali. La creazione di unità del genere nelle aziende statali non è però l’unico esempio recente di come Pechino abbia inasprito i controlli sociali.
La Cina, ad esempio, ha recentemente ampliato la sua legge sul controspionaggio, entrata in vigore lo scorso primo luglio. Ad agosto, il Ministero della Sicurezza dello Stato ha invitato il pubblico a unirsi alle autorità nello svolgimento del lavoro di controspionaggio aprendo canali per la segnalazione di attività sospette.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.