Yulya Navalnya, vedova di Alexei Navalny, il dissidente russo morto in carcere in circostanze ancora da chiarire, suo malgrado non ha potuto essere presente ai funerali del marito, che si si sono tenuti oggi a Mosca. Ha voluto comunque lasciargli un messaggio d'amore, l'ultimo, per quell'uomo di cui ha dichiarato di voler portare avanti l'eredità spirituale e politica.
L'addio straziante
Lo ha fatto con un video sul proprio profilo Instagram in cui ha ricordato i momenti belli passati insieme: “Lyosha, grazie per 26 anni di assoluta felicità. Sì, anche negli ultimi tre anni di felicità. Per amore, per avermi sempre sostenuto, per avermi fatto ridere anche dal carcere, per il fatto che mi hai sempre pensato. Non so come vivere senza di te, ma cercherò di renderti lassù felice per me e orgoglioso di me. Non so se riuscirò a sopportarlo oppure no, ma ci proverò. Ci incontreremo sicuramente un giorno. Ho così tante storie non raccontate per te, e ho così tante canzoni salvate per te sul mio telefono, stupide e divertenti, a dire il vero, anche canzoni terribili, ma parlano di noi, e volevo davvero fartele ascoltare. E volevo davvero vederti ascoltarle e ridere e poi abbracciarmi. Ti amerò per sempre. Riposa in pace”.
Parole che hanno commosso il mondo, sconvolto dalla morte improvvisa del dissidente russo. Nel messaggio di Yulya alcune parole fanno comprendere che sarà lei a portare avanti il lavoro del marito: "Cerchèrò di renderti felice per me e orgoglioso di me". Intento che anche pochi giorni dopo la morte, avvenuta il 16 febbraio, la donna aveva dichiarato, lanciando anche pesanti accuse a Putin.
Chi è Yulya Navalnya
Fiera, coraggiosa e innamorata di quell'uomo con cui ha condiviso tanto, Yulya, nata anche lei a Mosca, è figlia di uno scienziato. Laureata alla Facoltà di Relazioni economiche internazionali dell'Università russa di economia Plechanov, ha fatto uno stage all'estero, ha studiato in una scuola di specializzazione e lavorato per qualche tempo in una banca di Mosca.
Nell'estate del 1998, durante una vacanza in Turchia, incontrò il suo coetaneo, Alexei Navalny, avvocato, anche lui residente a Mosca. Solo due anni dopo nel 2000, diventa sua moglie. Nel 2001 nasce la loro prima figlia Daria e nel 2008 Zakhar. Nel 2007 dopo che il marito era divenuto l'oppositore politico numero uno di Putin, Yulya diventa la sua segretaria e assistente, per tutti in Russia la "first lady dell'opposizione russa".
Spesso un passo indietro al marito, ma sempre in prima linea per difendere le sue idee politiche anche in maniera coraggiosa. Come quando durante un comizio aveva chiamato il capo della Guardia Russa Viktor Zolotov, che nel settembre 2018 aveva sfidato il marito a un "duello", come un "ladro, vigliacco e bandito".
L'appello a Putin
Ad attirare l'attenzione internazionale su di lei fu l'appello rivolto a Putin quando, nell'autunno del 2020, Navalny venne ricoverato d'urgenza a Mnsk in Russia, con un sospetto avvelenamento. Lei si rivolse direttamente allo "zar" affinché venisse rilasciato in Germania per ricevere le cure necessarie. Lo seguì poi a Berlino all'ospedale Charité. Quando Navalny si riprese pubblicò un messaggio: "Yulya mi ha salvato".
Nel gennaio 2021 è poi tornata in Russia con il marito e dopo l'arresto al controllo di frontiera aveva dichiarato che questa era una manifestazione della paura delle autorità russe nei confronti del marito: "Alexei non ha paura, e neanche io - disse in quell'occasione - e
vi esorto tutti a non avere paura". È stata anche arrestata, Yulya, ma rilasciata subito dopo. Il 19 febbraio, tre giorni dopo la morte del marito ha annunciato di voler continuare la sua attività politica.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.