Giro di vite in Iran, dove decine di persone sarebbero state arrestate per il loro presunto coinvolgimento nell’uccisione a Teheran di Ismail Haniyeh, il capo dell’ufficio politico di Hamas. La notizia è stata riportata dal New York Times, che ha citato due fonti informate riguardo alle indagini.
Tra le persone finite in manette, vi sarebbero alti ufficiali dell’intelligence e militari, oltre a membri del personale della gesthouse in cui il leader dell’organizzazione palestinese alloggiava al momento dell’attacco. Le autorità della Repubblica islamica sarebbero convinte che l’attentato sia stato resto possibile da gravi violazioni della sicurezza da parte di funzionari di rango elevato, il che, se comprovato, sarebbe un ulteriore colpo alla credibilità dell’apparato militare degli ayatollah e indebolirebbe ulteriormente le sue aspirazioni di potenza regionale già compromesse.
Per quanto riguarda la dinamica dell’uccisione di Haniyeh, secondo quanto riportato dal Telegraph il Mossad avrebbe arruolato agenti della sicurezza iraniana per piazzare gli esplosivi nell’alloggio del capo di Hamas. Il piano iniziale avrebbe previsto la sua eliminazione a maggio, quando si è recato a Teheran per i funerali dell’ex presidente della Repubblica islamica Ebrahim Raisi. Stando alle dichiarazioni di due ufficiali iraniani riportate dal quotidiano britannico, l’operazione sarebbe stata annullata per l’elevato numero di persone presenti nell’edificio e l’alta probabilità di fallimento. Gli agenti avrebbero comunque piazzato esplosivi in tre stanze del complesso destinato a ospitare Haniyeh, per poi lasciare l’Iran. La detonazione, inoltre, sarebbe stata provocata dall’estero.
“Ora sono certi che il Mossad abbia assunto agenti dell'unità di sicurezza Ansar al-Mahdi”, ha dichiarato un esponente dei pasdaran, il Corpo dei guardiani della rivoluzione, facendo riferimento all’unità incaricata di proteggere i funzionari di alto livello. “È un'umiliazione per l'Iran e una grave violazione della sicurezza”, ha aggiunto, sottolineando che capire come sia potuto accadere “è una domanda che si pongono tutti” e che “ci deve essere qualcosa di più alto nella gerarchia di cui nessuno è a conoscenza”.
La Repubblica islamica, dunque, si trova a dover fare i conti sia con traditori del regime nel suo apparato militare, sia con Israele, contro cui l’ayatollah Ali Khamenei ha promesso una vendetta che dovrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni. Secondo quanto riportato dal quotidiano qatariota Al-Arabi Al-Jadeed, l’Egitto ha inviato messaggi a Teheran per contro degli Stati Uniti, con l’obiettivo di ridurre la tensione e limitare la rappresaglia.
In particolare, Washington avrebbe avvertito l’Iran e i suoi alleati regionali di non attaccare alti funzionari e diplomatici israeliani in Medio Oriente e di non danneggiare aree e strutture civili o commerciali nello Stato ebraico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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