"La Russia ha due richieste": cosa vuole Putin per riabilitare l'accordo sul grano

Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che la Russia ha posto due condizioni chiave per rilanciare il patto sulle esportazioni di grano tramite un corridoio sicuro nel Mar Nero

"La Russia ha due richieste": cosa vuole Putin per riabilitare l'accordo sul grano
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Collegare la Banca russa dell'Agricoltura al sistema Swift per consentire il trasferimento di denaro e ottenere la possibilità di assicurare navi e carichi. Sono queste le due condizioni poste sul tavolo da Vladimir Putin prima di rilanciare il patto sulle esportazioni di grano tramite l'adozione di un corridoio sicuro nel Mar Nero. Lo ha comunicato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta la presidenza della Repubblica di Ankara sintetizzando il contenuto dell'incontro avvenuto tra i due leader in quel di Sochi.

Le condizioni di Putin

"L'accordo sul Mar Nero ha cessato di funzionare oggi", dichiarava lo scorso 17 giugno il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che nelle settimane precedenti la Russia si era più volte lamentata in merito al fatto che non fossero stati rimossi "gli ostacoli" alle sue esportazioni di cereali e fertilizzanti. Adesso quelle condizioni sono state enunciate nel dettaglio da Erdogan.

"La Russia ha due richieste particolari. Una riguarda il collegamento della Banca russa dell'Agricoltura al sistema Swift e la seconda riguarda l'assicurazione per le navi utilizzate nei trasporti", ha affermato il presidente turco, parlando delle principali condizioni poste da Mosca. A causa delle sanzioni, infatti, le compagnie assicurative inglesi non assicurano le navi russe e, sempre per via delle sanzioni, non si possono effettuare pagamenti tramite codice Swift.

"Si tratta di due condizioni chiave per la Russia", ha spiegato ancora Erdogan, che ha poi ribadito di avere fiducia nel piano del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che lo scorso 28 agosto ha inviato una lettera a Putin. "Non verrà riabilitato il codice Swift per le banche russe, ma un meccanismo alternativo per realizzare le transizioni. Per risolvere il problema delle assicurazioni stiamo lavorando", ha quindi precisato il leader turco.

La mediazione di Erdogan

"A Dio piacendo in breve tempo le condizioni saranno accettate e credo che arriveremo a un risultato positivo", ha dichiarato Erdogan che, pur in assenza di accordi, non ha abbandonato le speranze di convincere il presidente Putin a far rientrare la Russia nell'accordo che permesso il passaggio sicuro di frumento bloccato nei porti ucraini a causa della guerra.

Erdogan ha fatto notare come la Russia negli ultimi 62 anni abbia esportato tra i 120 e i 130 milioni di tonnellate di frumento. Il presidente turco ha poi lanciato una leggera frecciata agli alleati occidentali e in particolare agli Stati Uniti. "Dagli Stati Uniti si sono detti grati alla Turchia e alle Nazioni Unite per la mediazione per il grano. Tuttavia quando si tratta di intervenire per risolvere il problema dello Swift o delle assicurazioni la loro posizione cambia e questo non convince Putin", ha aggiunto.

In conferenza stampa, dopo i colloqui di tre ore, Putin ha ridimensionato l'impatto sui mercati internazionali della sospensione dell'intesa e ha annunciato che nelle prossime settimane invierà a sei Paesi africani forniture gratuite di derrate alimentari. A ciascun Paese (Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea) saranno fornite dalle 25 mila alle 50 mila tonnellate di cereali.

Nel frattempo, il leader del Cremlino è tornato ad attaccare l'Ucraina per avere, a suo dire, utilizzato il corridoio attraverso il quale trasportava il grano attraverso il Mar Nero "per attentati terroristici contro installazioni civili e militari russe" e non per scopi umanitari.

Ha nuovamente sostenuto che l'Occidente ha "ingannato" la Russia riguardo agli obiettivi umanitari dell'accordo, che consisteva nel fornire assistenza ai Paesi in via di sviluppo, affermando che, dei 32,8 milioni di tonnellate esportate dall'Ucraina, "più del 70% è andato ai paesi ricchi, principalmente dell'Unione europea e solo il 3% alle nazioni che hanno realmente bisogno di aiuti alimentari".

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