Nuove tensioni in medio Oriente dopo le operazioni anti terrorismo compiute dalle forze israeliane a Jenin e il nuovo attentato, avvenuto nelle scorse ore, a Tel Aviv. Lo scenario sembra quello dello scorso mese di aprile, quando dopo violenti scontri nei territori palestinesi alcuni gruppi hanno reagito lanciando attacchi terroristici. In uno di questi, avvenuto il 7 aprile, è morto l'italiano Alessandro Parini. La dinamica a cui si è già assistito più volte in questo 2023, si sta dunque drammaticamente ripetendo.
L'irruzione a Jenin
All'alba le forze di difesa israeliane (Idf) hanno fatto irruzione all'interno del campo profughi di Jenin. Si tratta di una delle zone più calde della Cisgiordania, ossia della regione palestinese dove ha sede l'Anp (Autorità Nazionale Palestinese). A Jenin infatti c'è il più grande campo profughi dell'area. Organizzazioni come la Jihad Islamica o Hamas sono molto radicate. A gennaio, pochi giorni dopo l'insediamento del nuovo governo di Benjamin Netanyahu, si è avuta una prima irruzione dal drammatico bilancio finale. In quell'occasione, dopo gli scontri successivi al blitz, sono stati contati almeno dieci morti.
La situazione adesso appare molto simile. Secondo il Jerusalem Post, anche oggi infatti si contano almeno dieci vittime. Difficile al momento accertare le dinamiche. La Lega Araba ha condannato l'azione. Condanne sono arrivate anche dal movimento sciita libanese Hezbollah. Per le forze israeliane, si sarebbe trattato invece di un blitz necessario e preparato dopo gli ultimi giorni di tensione. L'Idf, assieme al servizio segreto militare e alla polizia di frontiera, ha fatto irruzione infatti in due presunti laboratori di esplosivi.
Al loro interno, secondo quanto riferito dalle autorità israeliane, erano presenti armi, ordigni e anche istruzioni su come azione gli esplosivi. I soldati dell'Idf entrati nei laboratori individuati, hanno portato via inoltre radio e attrezzature militari. Il materiale confiscato, secondo i militari, era pronto per essere utilizzato in futuri e gravi attentati terroristici.
Il nuovo attentato a Tel Aviv
La morte di dieci palestinesi ha però aizzato gli animi. A gennaio, dopo la prima irruzione del 2023 a Jenin, un attentatore ha fatto strage in un quartiere di Gerusalemme. Oggi, in risposta al blitz, un attentatore si è scagliato a tutta velocità contro alcuni pedoni a Tel Aviv. Una dinamica quest'ultima che ricorda, come detto in precedenza, quella che ha portato alla morte ad aprile dell'italiano Alessandro Parini. In quell'occasione, l'attentatore ha agito in risposta a una precedente irruzione delle forze israeliane nella moschea Al Aqsa di Gerusalemme.
Un continuo botta e risposta dunque, una spirale di violenza che sta rendendo gli ultimi mesi molto difficili in tutto il medio oriente. Nell'ultimo attacco di Tel Aviv, al momento risulterebbero ferite almeno sette persone. Lo hanno riferito ai media locali fonti della polizia israeliana. L'attacco è avvenuto a Pinchas Rosen Street, nell'area settentrionale della città.
L'attenatore è rimasto ucciso. Si trattava, così come trapelato da fonti della sicurezza, di un cittadino palestinese di Hebron di 23 anni. Il suo nome era Hassim Halaila.
Entrato in territorio israeliano con un permesso medico, l'uomo avrebbe agito da solo e senza indicazioni di un gruppo terroristico. La sua azione però è stata già esaltata da Hamas, i cui vertici hanno parlato di "eroica vendetta per Jenin". Una dichiarazione molto vicina a una vera e propria rivendicazione dell'azione terroristica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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