Un nuovo attentato ha colpito Israele nel tardo pomeriggio di oggi. Un assalitore, secondo fonti delle forze di sicurezza citate dai media locali, ha iniziato a sparare in prossimità di una sinagoga nell'area di Neve Jakov, nell'area di Gerusalemme Est. Il bilancio dell'azione appare molto pesante: ci sarebbero al momento almeno otto morti, oltre a diversi feriti. Adesso si parla di strage annunciata: l'attacco è arrivato a 24 ore dal raid che giovedì a Jenin ha portato alla morte di otto palestinesi. Diversi gruppi palestinesi per quel raid avevano promesso vendetta.
Il luogo della sparatoria
Tutto è iniziato poco dopo l'orario di cena nell'area di Neve Jakov. Si tratta di un quartiere abitato soprattutto da ebrei ultraortodossi, situato poco più a nord di Gerusalemme Est. Una zona formalmente considerata come parte integrante della Cisgiordania, ma controllata dalle forze israeliane dal 1967. Da quando cioè con la guerra dei sei giorni Israele ha di fatto annesso l'intera area orientale di Gerusalemme.
Nelle vicinanze di una sinagoga, alcuni testimoni hanno dichiarato di aver udito distintamente degli spari. L'azione dell'assalitore, le cui generalità al momento non sono state rese note, è iniziata da qui. Poi, subito dopo, l'uomo si è spostato in una via poco distante. Qui sarebbe stato poi intercettato dalle forze speciali e ucciso.
Chi è l'attentatore
Era un 21enne, Alqam Khairi, non noto ai servizi di sicurezza israeliani, l’autore dell’attentato di stasera a una sinagoga in Israele. Dopo la sparatoria l’aggressore è poi fuggito verso il quartiere palestinese di Beit Hanina, a diverse centinaia di metri di distanza, dove ha incontrato gli agenti che erano accorsi sul posto e che lo hanno ucciso.
Sulla tv israeliana infatti, fonti della polizia hanno specificato che l'assalitore è stato neutralizzato. Non è però chiara la dinamica dei fatti. Anche perché la zona è presidiata sia dalle forze speciali che dai soccorritori, i quali stanno ancora intervenendo per portare negli ospedali più vicini i tanti feriti coinvolti nelle sparatorie.
Inoltre la polizia non ha terminato la sua azione: gli agenti sono alla ricerca di eventuali fiancheggiatori del terrorista. Attorno a Neve Jakov è stato creato un cordone di sicurezza ed è stata aumentata l'allerta nei check point di Gerusalemme Est. La tensione è molto alta, mentre intanto in tutto il Paese si spera in un bilancio meno grave del previsto.
Esultano Hamas e la Jihad Islamica
Come prevedibile, alcune formazioni palestinesi hanno ricollegato l'attacco di oggi alla vendetta per quanto accaduto ieri a Jenin. "A Gerusalemme è stata portata avanti una operazione eroica - si legge in una nota di un portavoce della Jihad Islamica - l'attentato odierno dimostra che si è saldato un fronte unico che include Gerusalemme, la Cisgiordania e Gaza".
Da parte sua invece, Hamas ha apertamente parlato di vendetta per il blitz di giovedì. Ieri infatti nella città palestinese di Jenin, nell'area settentrionale della Cisgiordania, l'esercito israliano ha fatto irruzione per sgominare una cellula della Jihad Islamica. Nell'azione sono morti nove palestinesi, di cui almeno una donna di 60 anni. Uccisi anche due membri dell'organizzazione islamista. Dopo il blitz, il premier Netanyahu aveva innalzato lo stato di allerta in tutto il Paese specialmente nelle aree vicine la Striscia di Gaza.
Intanto, così come segnalato dal Jerusalem Post, proprio a Jenin si sta assistendo a scene di festa per l'attentato di Gerusalemme. Fuochi d'artificio e spari in aria sono stati segnalati in alcuni quartieri della città. Analoghi festeggiamenti anche in alcune aree della Striscia di Gaza. Dalla Cisgiordania è arrivata anche la notizia di quella che sembrerebbe essere la prima reazione israeliana all'attentato di Gerusalemme. Media palestinesi hanno parlato di un'irruzione delle forze israeliane nel campo profughi di Shuafat. Si tratta della località dove viveva l'assalitore di Neve Jakov.
Netanyahu sul posto
Sul luogo dell'attentato a Gerusalemme Est è arrivato anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il capo dell'esecutivo è stato accompagnato tra gli altri dal ministro per la sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir. Quest'ultimo, secondo quanto riferito dai media israeliani, è stato accolto da frasi di collera da parte dei cittadini del quartiere attaccato.
A Ben Gvir, a capo del partito di estrema destra Potere Ebraico e da sempre vicino a posizioni estreme contro la popolazione araba, è stato chiesto di agire in fretta contro il terrorismo. Il ministro ha risposto dichiarando che il governo è pronto ad assumere tutte le iniziative necessarie. "Avete ragione - ha dichiarato - ora tocca al governo reagire".
Palazzo Chigi: "Cordoglio alle vittime del vile attentato"
Su Twitter il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, è intervenuto a proposito dell'attentato di Gerusalemme. "Sono sconvolto dalla notizia dell'attacco alla sinagoga di Gerusalemme, durante lo Shabbat - si legge - Un atto di terrore, ancora più orrendo nel giorno in cui commemoriamo la Shoah. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle vittime e ai loro cari".
Sono sconvolto dalla notizia dell'attacco alla sinagoga di #Gerusalemme, durante lo Shabbat. Un atto di terrore, ancora più orrendo nel giorno in cui commemoriamo la Shoah. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle vittime e ai loro cari.
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) January 27, 2023
La reazione di Palazzo Chigi è stata affidata a una nota della presidenza del consiglio. "Il Governo italiano - si legge nella nota - condanna con forza il vile attentato terroristico di Gerusalemme ed esprime il suo cordoglio e la sua vicinanza allo Stato d'Israele e a tutto il suo popolo".
Washington: "Attacco spaventoso"
Reazioni sono arrivate anche dagli Stati Uniti. Il vice portavoce del Diparimento di Stato Usa, Vedant Patel, ha dichiarato che il governo di Washington condanna un attacco definito spaventoso. "Gli Stati Uniti - si legge nelle sue dichiarazioni - condannano l'attacco spaventoso accaduto oggi contro una sinagoga a Gerusalemme". Contestualmente, Patel ha fatto sapere che l'attentato comunque non modifica i piani di viaggio del Segretario di Stato Antony Blinken, atteso in Israele la prossima settimana.
Condanne sono arrivate
anche da Gran Bretagna, Francia, Germania e da molti governo del Vecchio Continente. Reazioni anche dal Palazzo di Vetro di New York, sede delle Nazioni Unite, in cui si sta seguendo da vicino l'evolversi della situazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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