Bolletta troppo cara. E don Biancalani chiede soldi per i migranti

Don Massimo Biancalani non ha nascosto il disappunto per l'importo della bolletta della luce della parrocchia di Vicofaro, dedita all'accoglienza migranti. E si è lamentato del mancato supporto (anche economico) delle istituzioni. "Nessun contributo istituzionale, difficile andare avanti così"

Un primo piano di don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro
Un primo piano di don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro
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Una bolletta della luce particolarmente salata, che a lungo andare rischierebbe di mettere definitivamente in ginocchio l'esperienza di accoglienza migranti avviata da oltre un lustro a Vicofaro. E per questa ragione, don Massimo Biancalani non ha nascosto il suo disappunto sui social network, lamentandosi del sostegno pressoché nullo (anche in termini economici) a suo avviso ricevuto dalle istituzioni. Questa l'ultima iniziativa del "parroco dei migranti", il quale pochi giorni fa ha pubblicato sulla propria pagina Facebook l'importo della bolletta della luce relativa allo scorso mese di aprile. Si tratta in buona sostanza dei consumi energetici dei locali della parrocchia di Santa Maria Maggiore, che ospita da anni decine e decine di migranti. Il totale da pagare, superiore agli 8mila euro, ha a quanto pare lasciato interdetto don Biancalani. Che si è quindi sfogato sui social, lamentando uno scarno supporto istituzionale.

E lanciando alle istituzioni quella che ha tutta l'aria di essere una richiesta di supporto economico. In caso contrario, sempre nella sua visione, rischiano seriamente di venir meno (in prospettiva) le condizioni per continuare ad accogliere. E l'esperienza di Vicofaro potrebbe chiudersi in via definitiva, qualora il "caro bollette" dovesse persistere. "Questa è la situazione. Tantissime persone da assistere - ha spiegato il diretto interessato - prezzi alle stelle. Nessun contributo istituzionale. Difficile andare avanti". Un post che, com'era prevedibile, ha fatto e continua a far discutere: accanto a chi ha incitato il parroco a non mollare, ci sono stati tantissimi utenti che hanno invece evidenziato le numerose criticità emerse a causa dell'accoglienza nella frazione del Comune di Pistoia. Gli abitanti della zona lamentano del resto da parecchio tempo numerosi episodi di degrado, spaccio ed aggressioni dei quali si sarebbero resi protagonisti diversi ospiti della struttura.

Dopo aver scritto al Vaticano (come anticipato dal Giornale nelle scorse settimane) lamentando anche di non poter di fatto più usufruire della parrocchia, il Comitato dei residenti di Vicofaro ha lanciato già il mese scorso una petizione sulla piattaforma change.org (circoscritta all'ambito pistoiese e sottoscritta al momento da 386 utenti) per chiedere che i migranti vengano ricollocati in strutture più attrezzate ad accoglierli. Senza dimenticare poi l'ordinanza di sgombero della struttura, emessa dal sindaco locale lo scorso ottobre ma a quanto pare non ancora attuata.

Una fase di stallo che si protrae da tempo quindi, in attesa di un potenziale intervento risolutivo capace di soddisfare le richieste di entrambe le parti. Don Biancalani, intanto, sembra non lasciare molti dubbi: a Vicofaro serve l'appoggio delle istituzioni, secondo lui. Anche quello economico.

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