"Ecco chi ha ucciso la capretta". Il sit-in ad Anagni sfocia in gogna mediatica

Momenti di alta tensione in piazza Cavour: gli attivisti hanno mostrato una foto – con tanto di nome e cognome – di uno dei responsabili della violenza nei confronti dell’animale indifeso

"Ecco chi ha ucciso la capretta". Il sit-in ad Anagni sfocia in gogna mediatica
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È grande la rabbia per quanto avvenuto ad Anagni, dove un gruppo di ragazzi ha ucciso a calci una capretta indifesa in un agriturismo. Nelle ultime ore è esplosa la furia del web contro i responsabili del barbaro gesto e non sono mancate le minacce, a partire da chi invoca punizioni esemplari. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, non mancano le proteste plateali. Sabato ad Anagni, in piazza Cavour, si è tenuto un sit-in che ha visto protagonista l’attivista Enrico Rizzi e non sono mancati i momenti di tensione. Una manifestazione per denunciare lo sdegno per quanto accaduto, fino a sfociare nella gogna mediatica: Rizzi ha infatti tirato fuori diversi poster con l’immagine di uno dei responsabili, con tanto di nome e cognome. Emblematica la didascalia: "Sono l'assassino della capretta, ovvero un infame!".

Presente in piazza al fianco di associazioni animaliste e semplici attivisti, Rizzi ha esordito mettendo nel mirino la giunta comunale, assente al sit-in, per poi attaccare frontalmente i ragazzi accusati di aver trucidato la capretta. “I responsabili meritano la gogna pubblica, tutti devono sapere chi ha ucciso la capretta”, il suo j’accuse: “Il problema sono le leggi italiane in quanto altro che due anni di carcere, la verità è che non rischiano nulla perché anche se venissero condannati in carcere non ci andrebbero”.

Nel corso del suo intervento al megafono, Rizzi ha rincarato la dose, dividendo gli stessi attivisti presenti in piazza: “Se vedo un pezzo di merda di questi lo lascio a terra, non mi fermo a soccorrerlo. Se viene investito, si sente male o si ubriaca, non me ne frega nulla: per quanto mi riguarda, può morire”. Tra voci di dissenso e applausi, l'attivista-influencer siciliano ha paragonato i responsabili a Totò Riina e infine ha tirato fuori i poster con uno dei ragazzi responsabili del gesto bieco e crudele nei confronti dell’animale.

Come anticipato, non sono mancati i momenti di tensione. I manifestanti si sono spostati in una piazza di Fiuggi, urlando in coro“assassini, assassini” di fronte a decine di bambini intenti a divertirsi con dei giochi estivi. Alcuni genitori hanno chiesto agli animalisti di spostarsi di qualche metro, non sono venute meno le parole grosse. Secondo quanto riportato dalla Stampa, un funzionario della questura di Frosinone sarebbe stato colpito da un attivista dopo aver strappato via i poster sopra citati.

"Ieri ad Anagni eravamo quasi 200 persone. Grazie sempre per il vostro immenso affetto. Vi prometto che non mollerò di un centimetro, a qualsiasi costo, fin quando questo paese non metterà in campo pene esemplari per chi maltratta ed uccide gli animali", le parole di Rizzi in un video pubblicato sui suoi profili social all’indomani del sit-in.

L’attivista ha poi rivelato: "Il questore di Frosinone sta valutando in queste ore - e mi è stato comunicato che è stato avviato un procedimento amministrativo verso me e altri attivisti - il foglio di via obbligatorio dal Comune di Fiuggi".

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