Follia al Beccaria: detenuto tira pugni all'agente, lo picchia con un bastone e gli frattura il polso

Il ragazzo ha perso la testa nel carcere minorile. Due uomini in divisa sono finiti al pronto soccorso: il più grave è stato dimesso con una prognosi di 22 giorni

Follia al Beccaria: detenuto tira pugni all'agente, lo picchia con un bastone e gli frattura il polso
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Momenti di grande tensione all'interno del carcere minorile Beccaria di Milano, dove due agenti di polizia penitenziaria sono finiti nel mirino di un detenuto che ha perso la testa. Durante la cena due ragazzi si stavano scambiando un giubbotto e hanno attirato l'attenzione degli uomini in divisa: uno di loro è intervenuto e ha comunicato di dover prima fare un controllo. Ma la sua richiesta ha scatenato l'ira di un detenuto, che ha peso la testa e lo ha picchiato.

L'aggressione ai danni dell'agente è avvenuta a suon di pugni sul petto e, come se non bastasse, anche attraverso il bastone di una scopa che gli è stato spezzato sul polso. Un collega si è fatto avanti per placare gli animi ed evitare che la situazione potesse sfuggire ulteriormente di mano; entrambi sono stati sottoposti alle cure mediche del caso nel pronto soccorso cittadino: sono stati già dimessi, il più grave con una prognosi di 22 giorni per frattura al polso.

Le scene di inaudita violenza hanno provocato la reazione del segretario regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria: "Ai colleghi feriti va la nostra vicinanza e solidarietà". Alfonso Greco ha puntato l'attenzione sulla narrazione buonista che viene riservata ai detenuti violenti: vengono descritti come bravi ragazzi che sono stati sfortunati e che vanno tutto sommato compresi, mentre sono dei veri e propri "delinquenti conclamati e criminali in erba, che non hanno alcun rispetto delle leggi dello Stato".

Sull'episodio è intervenuto anche Donato Capece - segretario generale del Sappe - che ha puntato il dito contro la "decisione assurda", presa anni fa, secondo cui anche i maggiorenni fino ai 25 anni possono essere ristretti nelle carceri minorili. E, a tal proposito, ha denunciato l'aumento degli eventi critici in carcere: "Rinnoviamo la richiesta di un cambiamento delle politiche di gestione e di trattamento, adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti".

L'aggressione avvenuta ieri contro gli agenti dimostra come il personale di polizia penitenziaria debba fare spesso i conti con atteggiamenti di prepotenza e arroganza dei detenuti, che spesso sfociano in violenza e infuocano la quotidianità negli istituti. La risposta dello Stato deve essere immediata e ferma nei confronti di chi ritiene di fare ciò che vuole nonostante sia in stato di detenzione.

Ecco perché Capece ha chiesto non un semplice cambio di passo ma una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri, appellandosi alle autorità politiche regionali e locali: "Siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo. In carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle istituzioni".

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