"Ho perso le chiavi della catena". Il 33enne nega l'uso dell'acido contro la fidanzata

Il professionista romano era stato arrestato a Milano con l'accusa di stalking nei confronti dell'ex fidanzata. Ha riferito che l'acido che cercava gli serviva per sciogliere la catena del motorino

"Ho perso le chiavi della catena". Il 33enne nega l'uso dell'acido contro la fidanzata
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Aveva chiamato diversi esercenti per chiedere se avessero in vendita dell’acido corrosivo e ne era stato chiesto l’arresto per timore che lo usasse contro l’ex fidanzata. Lui si è difeso dicendo che aveva sì cercato l’acido, ma solo per sciogliere la catena del motorino dato che aveva perso le chiavi. È questa la bizzarra giustificazione fornita da un 33enne romano, arrestato lunedì a Milano con l’accusa di atti persecutori nei confronti dell’ex fidanzata, durante l’interrogatorio fatto dal gip Livio Cristofano che ne ha predisposto il fermo e la carcerazione.

Ad aver spinto la procura di Milano a chiedere l’arresto dell’uomo, che per due mesi avrebbe perseguitato la ex 32enne a seguito della fine della loro storia, sono state alcune intercettazioni telefoniche in cui il commercialista si informava sulla possibilità di acquistare il prodotto chimico. La pm Giulia Floris e gli inquirenti temevano che potesse usarlo contro la donna, come è già accaduto ad altre vittime dell’amore malato. Durante l'interrogatorio il professionista romano ha negato la volontà di sfregiare la ex, ma ha ammesso di aver perso la testa a causa della fine della loro relazione e ha anche confermato buona parte degli episodi di stalking avvenuti ai danni della donna, un avvocato tributarista originaria di Roma.

Secondo le ricostruzioni fatte finora, i due si erano lasciati nel mese di settembre e lui non si sarebbe rassegnato, assumendo un comportamento possessivo e controllante. Gli inquirenti lo hanno descritto come una persona "che appare sempre più fuori controllo". Il commercialista avrebbe tempestato di telefonate e messaggi la 32enne senza tregua, sintomo di una crescente e preoccupante spirale di ritorsioni che sarebbero sfociate anche in aggressioni sui social. Gli investigatori hanno parlato di un "morboso rancore e il senso di ossessivo possesso" del 33enne dato che, secondo le informazioni disponibili, si sarebbe cimentato in operazioni hacker per violare l’indirizzo email e i profili social della donna al fine di pubblicare foto con annessi insulti e offese volte a ledere la sua immagine e reputazione. Oltre a questo l'uomo avrebbe anche eseguito l’accesso al profilo Linkedin dell’ex per postare foto e commenti finalizzati a screditarne la professionalità.

Infine si sarebbe anche introdotto nell’abitazione dell’avvocato mentre lei si trovava all’estero, mettendo a soqquadro l’intera casa e facendo dei tagli nel divano e nel letto.

Per questi motivi, oltre ad essere accusato di atti persecutori, l’uomo potrebbe anche rispondere dei reati di accesso abusivo a sistema informatico, violazione di domicilio, danneggiamento e sostituzione di persona. Dopo l’interrogatorio con il gip, la difesa del commercialista romano non ha presentato istanza di scarcerazione.

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