Altro che emergenza sicurezza e immigrazione. Per la sinistra la questione più importante da affrontare da Milano è il Pride che si terrà tra un mese e mezzo. Sì, perché sono veementi le proteste da parte dell'opposizione in Regione Lombardia per il mancato appoggio istituzionale da parte della giunta Fontana per la manifestazione della comunità Lgbtq+ che sabato 24 giugno sfilerà per le strade del capoluogo lombardo. Non che sia una novità il No al patrocinio regionale, visto che è già capitato anche negli anni scorsi; ma quello che indigna particolarmente il Partito Democratico è il fatto che sia stata bocciata pure la proposta di illuminare il Pirellone con i colori dell'arcobaleno. Una priorità assoluta, non c'è alcun dubbio.
L'indignazione dei Sentinelli di Milano
Luca Paladini, fondatore de I Sentinelli di Milano, non ci sta e annuncia la decisione della maggioranza di governo locale: "L'ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale ha bocciato, nonostante i voti favorevoli dei due rappresentanti dell'opposizione, sia la richiesta di patrocinio al Milano Pride che la proposta di illuminare il Palazzo del Consiglio dei colori della bandiera rainbow". Una scelta "annunciata, ma non per questo meno deludente. Il Pride è un evento importante non solo per le persone della comunità, ma anche per tutte e tutti coloro che si battono per l'uguaglianza", le sue parole amare che anticipano la volontà di "chiedere alla maggioranza di riconsiderare le decisioni prese". A votare contro sono stati i tre esponenti della maggioranza di centrodestra: il presidente Federico Romani, il vicepresidente Giacomo Cosentino e la consigliera segretaria Alessandra Cappellari. In linea con quello che è sempre stata la volontà del centrodestra di non volere strumentalizzare il tema.
Majorino attacca la Regione sul Gay Pride
Il che non è mai significato porsi contro i "diritti per l'uguaglianza" della comunità Lgbtq+. Ma, naturalmente, per il Pd non è così. Tant'è che anche il capogruppo dem in Regione, Pierfrancesco Majorino, si è scagliato pesantemente contro i partiti che sostengono Attilio Fontana. "La cosa non mi stupisce, ma fa sempre male rivivere questa situazione. Stare al fianco di centinaia di migliaia di persone che lottano per i diritti di tutte e tutti, marciare al loro fianco pacificamente, dovrebbe essere scontato nel 2023".
Poi l'attacco finale: "Eppure questa destra ideologica che governa Italia e Lombardia fa tutto il possibile per spingere i diritti ai margini. Non si facciano però illusioni - assicura -. Sa una parte c'è la destra di Fontana, dall'altra ci sarà una marea. E sono convinto che quest'anno saremo ancora di più, e saremo noi consiglieri dell'opposizione a portare il simbolo della Regione al Pride".
Interessante, comunque, è il discorso sulla "marea": se esistesse veramente, adesso Majorino sarebbe governatore. Invece, nemmeno tre mesi fa, è stato doppiato dall'attuale presidente di Regione. E, evidentemente, da quella batosta elettorale non si è ancora ripreso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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