Bari, show di Decaro: "Manovra della destra". Ma Piantedosi: "Sciolti anche altri comuni"

Commissione d'accesso per verificare se ci siano infiltrazioni mafiose nell'amministrazione comunale. Il sindaco va su tutte le furie e attacca. Ma è già successo con Roma, Reggio Calabria e Foggia

Bari, show di Decaro: "Manovra della destra". Ma Piantedosi: "Sciolti anche altri comuni"
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La notizia piombata nella serata di ieri dentro il Comune di Bari ha messo in subbuglio l'amministrazione locale, in aperto scontro con il governo nazionale. Il ministero dell'Interno guidato Matteo Piantedosi ha nominato una commissione di accesso ali atti comunali per verificare l'ipotesi di scioglimento della giunta e del consiglio del capoluogo pugliese. Il Viminale, in un comunicato ufficiale, aveva precisato che l'accesso ispettivo, disposto ai sensi di specifiche previsioni di legge, non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del Comune, bensì "ad un'approfondita verifica dell'attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che potranno offrire, in quella sede, ogni utile elemento di valutazione".

Un'analisi nata come esito ad un primo monitoraggio disposto dal dicastero degli Affari interni circa i fatti emersi a seguito dell'indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese "e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell'art. 34 del codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l'azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune". L'azione si sta esercitando nell'ambito dell'inchiesta della Dda barese (ribattezzata "Codice interno") che ha svelato un presunto intreccio mafia-politica, con voto di scambio alle Comunali del 2019.

Il monologo indignato di Decaro

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, giunto ormai al termine del suo secondo mandato consecutivo come primo cittadino (e quindi non più ricandidabile alle Comunali) non l'ha presa per niente, parlando a caldo di "atto di guerra" del governo Meloni contro l'amministrazione di centrosinistra. Oggi l'esponente del Partito Democratico ha rincarato la dose in una conferenza stampa fiume organizzata di fretta e furia dentro la sede della giunta comunale. "Se c'è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel Comune di Bari, io rinuncio alla scorta - esordisce Decaro -. Sono sotto scorta da nove anni, torno a vivere. Non posso essere sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in Comune".

Tracciando un bilancio sui vari episodi e leggendo anche gli articoli sulle minacce ricevute, la voce del sindaco è rotta dal pianto. Poi, arriva l'attacco degli esponenti del centrodestra: "Ogni giorno comunicati dei partiti regionali e nazionali. Non mi meraviglio più di niente. Anche il grande amico mio Gasparri. Come Savastano in Gomorra alcuni di loro hanno scritto andiamo a riprenderci la città - è il paragone ardito fatto dal presidente dell'Anci -. Ma la città è dei baresi, non è di nessuno, cosa volete riprendervi". "C'è gente - ha aggiunto - che vuole affossare Bari perché è cresciuta, ci sono i turisti, sono aumentati i posti di lavoro. Gli dà fastidio perché ci siamo noi al potere. Che gliene frega - conclude - ai parlamentari col loro stipendio se ci sono i disoccupati".

La replica del ministro Piantedosi

Nel primo pomeriggio arriva poi la nuova replica di Matteo Piantedosi, intervistato dal Tg1. Il ministro dell'Interno replica alle parola del sindaco di Bari. Pur comprendendone l'amarezza, vuole tuttavia essere molto chiaro a tale riguardo. "Il nostro governo da quando si è insediato ha già sciolto 15 comuni, qui stiamo parlando solo di commissione d'accesso - ha specificato -. Abbiamo sciolto 15 comuni in prevalenza a guida di centrodestra. Questo governo ha dichiarato guerra alle mafie non agli amministratori locali". L'ex prefetto conferma che "questo accesso ispettivo non necessariamente è pregiudizialmente finalizzato a uno scioglimento". Però ci sono stati accessi ispettivi che hanno riguardato "comuni come quello di Reggio Calabria, come quello di Roma, e da ultimo come quello di Foggia, quindi ha riguardato sicuramente anche comuni di grandi dimensioni".

L'istituto dello scioglimento per mafia dei Consigli comunali è stato introdotto con decreto legge 164 del 31 maggio 1991, poi convertito in legge il 22 luglio del 1991 e modificato più volte sino al 2009. Ma è l'articolo 143 del decreto legislativo del 18 agosto 2000, 267 (Tuoel) a disciplinare lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento mafioso. La commissione dovrà fare una serie di accertamenti e riferirne gli esiti al ministro che deciderà di conseguenza se procedere o meno con la proposta di scioglimento e la conseguente nomina di un commissario. Il prossimo 8 e 9 giugno a Bari sono in programma le elezioni amministrative, ma se si dovesse arrivare alla nomina di un commissario potrebbero slittare anche di 18 mesi.

Le reazioni politiche

Gli amministratori del centrosinistra difendono a spada tratta Decaro. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, attacca il Viminale per i tempi: "Si poteva tranquillamente rinviare l'inizio dell'ispezione a dopo le elezioni: non c'era nessuna urgenza". Per poi invitare il governo a distinguere "le attività istituzionali dalle campagne elettorali perché lo spettacolo di tutto il centrodestra barese in ginocchio da Piantedosi a chiedergli di fare qualcosa per vedere di farsi dare una mano nelle prossime campagne elettorali è vergognoso". Il suo omologo in Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, difende "il suo operato alla guida della città di Bari" ferma restando "l'attività di indagine degli inquirenti, che nulla c'entra con quanto disposto dal governo, né lo vede coinvolto come persona o come amministratore".

A titolo personale, il vicepresidente vicario dell'Anci, Roberto Pella, esprime tutta la mia vicinanza a Decaro "per quello che sta succedendo". Proprio sul ruolo dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani polemizza duramente il senatore Gasparri, chiamato in causa dallo stesso sindaco di Bari nella sua vis polemica a distanza: "Mi risulta che in queste ore gli uffici dell'Anci stiano sollecitando esponenti dell'Anci e amministratori locali, a partire dai sindaci, a sottoscrivere un comunicato di solidarietà a Decaro, in quanto presidente dell'Anci. É un caso che voglio denunciare di uso improprio delle strutture istituzionali". Il forzista ritiene che questa sia una vicenda "molto grave che avrà ovviamente conseguenze". Infine Raoul Russo, componente della commissione Antimafia per Fratelli d'Italia: "Il sindaco Decaro dovrebbe comportarsi da uomo delle Istituzioni.

Un uomo, al servizio delle Istituzioni, accetta serenamente le disposizioni del ministero dell'Interno" etichettando come "fuori luogo" le sue parole che "non fanno onore all'istituzione che rappresenta".

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