La scoperta della malattia e il bisogno di riavvicinarsi alla famiglia in un momento così duro della sua vita: queste le probabili ragioni alla base della decisione di Pierpaola Romano, sostituto commissario coordinatore di polizia, di interrompere la relazione con Massimiliano Carpineti, il collega di 13 anni più giovane. L'uomo, però, era così ossessionato da lei da non riuscire ad accettare la loro separazione, e avrebbe perso la testa.
Lei stava cercando di allontanarlo
Una relazione nata sul posto di lavoro, negli uffici dell'Ispettorato di Pubblica Sicurezza della Camera dei Deputati. Lei ancora sposata con un altro poliziotto, ma separata in casa, e madre di un figlio, lui già divorziato. Da un'amicizia nasce in breve qualcosa di più, tanto che i colleghi descrivono Pierpaola Romano e Massimiliano Carpineti come inseparabili. Una storia d'amore riservata, ma non nascosta.
Poi, però, accade qualcosa. Pierpaola, 58 anni, si ammala di cancro al seno. Uno scossone enorme nella sua vita. E questo, unito, forse, ad altri problemi nella coppia, l'aveva spinta a chiudere. Giovedì 1 giugno il dramma: Carpineti ha atteso la donna dinanzi alla sua abitazione, in via Rosario Nicolò, nel quartiere Torraccia di Roma, e come l'ha vista ha fatto fuoco. Pierpaola stava andando in ospedale, per il suo primo giorno di chemioterapia.
Sconvolti i familiari di Pierpaola, così come i vicini di casa e gli amici che l'hanno conosciuta. Le indagini da parte degli agenti della Squadra Mobile sono ancora in corso, tuttavia appare chiaro il movente sentimentale di questo omicidio-suicidio.
Pierpaola era malata, aveva bisogno della sua famiglia. Si era riavvicinata al marito, ritrovando forse in lui una sicurezza. Secondo alcuni colleghi, il suo rapporto con Massimiliano Carpineti era ormai giunto al capolinea. "Lei cercava di allontanarlo", assicurano in tanti al Il Messaggero.
Le indagini
In questa triste storia, purtroppo, mancano elementi preziosi come le immagini delle videocamere di sorveglianza. Gli inquirenti intendono allora procedere effettuando un esame autoptico sul corpo di Pierpaola Romano e analizzando i cellulari di lei e di Carpineti. Lo scopo è quello di comprendere se vi sia stato o meno un agguato. Non solo. Esaminando i telefoni di entrambi si potrà anche stabilire se Carpineti era effettivamente divenuto una presenza oppressiva nella vita della poliziotta. Attesi anche gli esiti delle verifiche balistiche. Si ritiene, in ogni caso, che il giorno dell'omicidio l'uomo abbia colto Pierpaola di sorpresa.
"Aveva gli occhi sbarrati al soffitto, il corpo in una posizione strana, la borsa ancora in spalla e i documenti dell'Asl in una mano", descrive al Messaggero uno dei vicini di casa della donna. "Le ginocchia piegate e rivolte all'uscita.
C'era sangue, tanto sul pavimento ma il suo volto non era sfregiato: è stata colpita alla nuca, quasi fosse stata un'esecuzione", aggiunge.Un dettaglio che fa davvero pensare a un agguato alle spalle, a una premeditazione. Carpineti potrebbe essere entrato nel palazzo per poi nascondersi, in attesa di veder passare Pierpaola.
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