Il campo nomadi di via Martirano a Milano è ormai solo un lontano ricordo per la città. È stato chiuso ormai da diverso tempo e i suoi inquilini sono stati gentilmente accomodati nelle case popolari del Comune, quelle per le quali gli altri cittadini attendono anche anni lo scorrimento delle graduatorie. Erano 20 le famiglie che erano state destinate a questo spazio autorizzato, che avrebbero dovuto contribuire alle spese con il pagamento delle utenze ma, com'era prevedibile fin dall'inizio, c'è stata insolvenza. Tutt'oggi sono ancora in corso le operazioni di bonifica di terreni, che incidono per decine di migliaia di euro sulle casse del Comune, che come ha dichiarato lo stesso Sala sono in difficoltà, tanto da spingere la giunta a rivedere l'erogazione dei servizi in città.
Tutti questi sono dati confermati dalla risposta all'interrogazione di Silvia Sardone, europarlamentare e commissario cittadino milanese della Lega, fornita da Lamberto Bertolè, assessore al Welfare e alla Salute del Comune di Milano. "Per lo smantellamento del campo sono stati spesi quasi 48mila euro e la pulizia e la messa in sicurezza dell’area sono ancora in corso: altre migliaia di soldi pubblici dei milanesi verranno letteralmente buttati per queste operazioni", rivela Silvia Sardone, mettendo in evidenza una delle tante contraddizioni della giunta di Beppe Sala, che come tradizione ha un occhio di riguardo per tutti, tranne che per i cittadini regolari. Le famiglie che hanno abitato nell'area di via Martirano, infatti, durante gli anni di permanenza negli spazi autorizzati hanno accumulato "un debito nei confronti del Comune di oltre 26mila euro per quanto riguarda le rette mensili e le utenze". Come sottolinea Silvia Sardone, "quando il campo era in funzione solo il 25% degli abitanti era in regola coi pagamenti: una vergogna".
Nel momento in cui i campo è stato smantellato perché, evidentemente, insostenibile sotto diversi punti di vista, alle famigie sono state proposte situazioni abitative da parte dell'amministrazione. Di 20 famiglie che vivevano in via Martirano, solo 5 le hanno accettate e 4 di queste hanno ottenuto la casa popolare. "Questa è l’integrazione targata Pd: italiani ad aspettare anni in coda alle graduatorie per una cosa e per i rom le solite corsie preferenziali", prosegue Silvia Sardone, evidenziando l'ennesimo smacco ai cittadini onesti.
La conclusione dell'esponente della Lega è amara: "Questa è la Milano di Sala e Majorino: diritti per tutti tranne che per i milanesi onesti che si fanno in quattro per arrivare alla fine del mese. Il modus operandi 'sgombero uguale casa popolare' è un’ingiustizia sociale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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