Questionario a "luci rosse" a scuola, la Lega attacca il Pd: "Indottrinamento gender"

La Lega ha puntato il dito contro un questionario "a luci rosse" (che affrontava anche la teoria gender) somministrato in un liceo della provincia di Rimini anche a studenti minorenni. "Violato il consenso dei genitori"

Questionario a "luci rosse" a scuola, la Lega attacca il Pd: "Indottrinamento gender"

Un questionario "a luci rosse", rientrante nella ricerca di una tesi di laurea in psicologia, sarebbe stato somministrato fra i banchi di scuola anche agli alunni minorenni. Un test proposto nelle scorse settimane in un liceo della provincia di Rimini, nel quale veniva chiesto ai ragazzi e alle ragazze di esprimere le proprie fantasie erotiche e di indicare la frequenza con la quale visionavano filmati pornografici, sino ad affrontare la teoria del gender. E il Pd che amministra la regione deve fare chiarezza sulla vicenda, dando oltretutto una risposta concreta ai genitori degli alunni che non hanno affatto nascosto l'irritazione per non esser stati informati del sondaggio che affrontava queste tematiche. Questo l'attacco della Lega, che nella seduta di ieri del consiglio regionale dell'Emilia - Romagna non ha risparmiato una dura stoccata al Partito Democratico che amministra la regione.

Il consigliere del Carroccio Matteo Montevecchi si è infatti fatto portavoce dei nuclei familiari degli studenti che non hanno apprezzato l'iniziativa dell'istituto scolastico riminese, per quanto a detta della dirigenza scolastica si trattasse di un questionario su base volontaria. "Sono stati attaccati alle porte di tutte le aule, anche di quelle degli alunni minorenni, dei fogli con un Qr code che riconducevano al questionario di un’insegnante per la sua tesi di laurea in psicologia. A far da cornice, domande formulate eliminando il genere con l’uso dell’asterisco come lettera finale - ha premesso Montevecchi - nonostante il test fosse pensato per alunni maggiorenni, non è stato poi effettuato alcun tipo di controllo anagrafico. Alle famiglie non è stata inoltre chiesta alcuna autorizzazione, evidenziando una preoccupante violazione della libertà educativa delle stesse. Certe tematiche affrontate in modo ideologico, come teoria gender e asterischi, non dovrebbero proprio entrare nelle scuole”.

Paola Salomoni, assessore regionale alla scuola, ha risposto facendo sapere di aver inviato all'Ufficio scolastico regionale una richiesta di verifica. Al tempo stesso, si è però giustificata facendo presente come, a suo modo di vedere, valutare le scelte delle autonomie scolastiche non competa alla Regione. Una replica che alla Lega non è tuttavia piaciuta, in quanto è apparsa alla stregua di una dichiarazione diversiva volta a sviare responsabilità ed attenzione dall'argomento principale. "Davanti ad una palese violazione del consenso informato, abbiamo chiesto all'assessore alla scuola se ritenga o no grave quel che è accaduto.

Si parla di un palese indottrinamento, secondo me - ha risposto Montevecchi, chiosando con un'ultima frecciata ai dem - ma se la Regione non si schiera a difesa della libertà educativa della famiglia, dovrò comunicarlo alle famiglie".

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