Il vedovo di Liliana Resinovich torna a parlare dell’aborto praticato dalla donna negli anni ’90. Nei giorni scorsi era emerso come in un’intercettazione ambientale Sebastiano Visintin avesse raccontato a un conoscente o una conoscente di quando Lilly aveva affrontato un’interruzione volontaria di gravidanza. Nell’intercettazione sarebbe emerso come il padre del bambino avrebbe potuto essere, a suo avviso, Claudio Sterpin, sedicente amante che da oltre due anni è in una sorta di contrapposizione mediatica con Sebastiano, in una ridda di accuse e controaccuse.
L’intercettazione era stata resa nota da Gabriella Marano, consulente del fratello di Lilly Sergio Resinovich: la professionista mirava a sottolineare come Sebastiano, che ha sempre negato che tra Claudio e la moglie ci fosse una relazione, sarebbe stato invece a conoscenza del rapporto tra i due. Sebastiano avrebbe parlato della vicenda in una sit con gli inquirenti nel marzo 2022, ma senza ipotizzare il nome del padre.
Sarebbero state due, stando alle cartelle cliniche, le interruzioni di gravidanza di Liliana: una nel 1984 e una nel 1993. È a quest’ultima che avrebbe fatto riferimento Sebastiano, a quando pare con un giornalista o una giornalista, stando almeno a quando ha riportato Ore 14.
“Di Liliana nessuno sa - ha spiegato in un audio sottovoce mandato in onda dalla trasmissione condotta da Milo Infante - Perché Liliana aveva la sua vita, il suo modo di vivere, capisci? Io penso che, fidanzati così, non ne ha mai avuto lei, capisci? Aveva delle amicizie qua e là, perché come sportiva o maratoneta, qua e là. Può essere che abbia avuto anche qualche avventura. Secondo me quella gravidanza lì, non la prima, perché io non conoscevo la prima, ma la seconda era una gravidanza probabilmente che abbia avuto, subìto violenza… perché da come era sconvolta, io l’ho avuta sul mio petto tutta la notte. È stato tremendo”. In altre parole, la nuova ipotesi di Sebastiano sarebbe che la moglie avrebbe subito uno stupro.
Liliana Resinovich è scomparsa il 14 dicembre 2021 da Trieste. Il suo corpo è stato ritrovato tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale giuliano, coperto con dei sacchi neri.
Inizialmente gli inquirenti si sono concentrati sull’ipotesi di suicidio, ma dopo l’opposizione dei familiari alla richiesta di archiviazione, si indaga anche per omicidio. Cruciale sarà ciò che dirà la scienza: il corpo di Lilly è stato riesumato e sarà sottoposto a una nuova autopsia condotta dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo e il suo team, nominati dalla procura di Trieste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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