Le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi si svolgono ormai da tempo su tre binari paralleli. Uno è rappresentato dall’indagine avviata dal promotore di giustizia del Vaticano aperta all’inizio del 2023. Un altro consiste nella commissione bicamerale di indagine. E il terzo, ma non da ultimo, è il procedimento avviato dalla procura di Roma, partito pochi mesi dopo l’omologo vaticano.
Questo pomeriggio alle 14.30 la procura ha convocato il fratello della 15enne Pietro Orlandi a piazzale Clodio, affinché fosse ascoltato dal pm Stefano Luciani. In compagnia di Pietro, che viene sentito in qualità di persona informata sui fatti, c’era anche la legale della famiglia, Laura Sgrò. L’incontro è terminato intorno alle 21, ed è stato definito “positivo" da Pietro Orlandi. “La procura e il pm Stefano Luciani stanno lavorando seriamente e sono fiducioso. Penso che il lavoro della procura e della Commissione ci aiuterà a fare passi avanti verso la verità. Ora sarà importante l'audizione del dottor Capaldo il 18 luglio in commissione”, ha aggiunto il fratello di Emanuela.
La cittadina vaticana Emanuela Orlandi venne rapita il 22 giugno 1983. Nonostante le ricerche e le tante piste analizzate dagli inquirenti, non si è mai giunti a una soluzione del caso: la famiglia negli ultimi anni è tornata a sperare grazie a queste indagini aperte, che hanno riacceso un interesse mai sopito nell’opinione pubblica sulla scomparsa della giovane.
Di recente è spuntato un nuovo audio, che fa parte della registrazione di una telefonata ricevuta dalla famiglia Orlandi nelle settimane successive al rapimento. In essa si sente la voce di Emanuela, ma è come se nella telefonata stessa si adoperasse una registrazione, perché le sue frasi sono in loop. E sembrano estrapolate da un contesto, come se qualcuno avesse rivolto alla 15enne una falsa intervista.
Il giorno della sua sparizione fu abbastanza tipico per Emanuela, tra scuola e amici. Con una differenza: la giovane disse alla famiglia di aver trovato un lavoro, una rappresentanza di cosmetici che però sembrò ai parenti insolita e pericolosa, anche perché si annunciava strapagata. Per questa ragione i famigliari avevano chiesto a Emanuela di desistere. Non si sa se in effetti questo dettaglio possa avere a che fare con il rapimento, ma si potrebbe ipotizzare, date le frasi fatte ascoltare alla famiglia per telefono, che queste provengano da una sorta di colloquio di lavoro.
Per anni si sono inseguite piste in giro per il mondo, da Londra a Boston fino alla Turchia, andando a coinvolgere attraverso ipotesi diverse persone, come il boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis, l’ex terrorista Mehmet Ali Ağca che sparò al Papa Giovanni Paolo II nel 1981 e Marco Accetti, un
fotografo che si autoaccusò del rapimento. Ma queste piste si sono rivelate spesso buchi nell’acqua oppure si è temuto si trattasse di depistaggi. Il fratello Pietro però non si è mai rassegnato e continua a cercare la verità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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