Un caso irrisolto per decenni potrebbe davvero portare a una svolta: si tratta del cosiddetto “delitto del trapano”, ovvero l’omicidio di Luigia Borrelli, ex infermiera costretta da eventi non dipendenti dalla sua volontà a essere una “bella di notte”. L’omicidio è avvenuto a Genova il 5 settembre 1995, in un basso in cui la donna esercitava.
Secondo quanto riporta Fanpage, ci sarebbe una corrispondenza tra il Dna (appartenente a “Ignoto 1”) trovato sulla scena del crimine e quello prelevato all’unico indagato Fortunato Verduci. Il condizionale è d’obbligo, poiché manca l’ufficialità, e anche perché il 10 febbraio 2025 si terrà un’udienza in cui verranno confrontate tre perizie: quella del medico legale Selene Cisana che ha ricevuto incarico dal gip Alberto Lippini, quella del genetista dell’Università di Trieste Paolo Fattorini che è perito di parte per la difesa di Verduci, e quella di Marina Baldi, genetista chiamata dai legali dell’unica figlia di Luigia Borrelli ancora in vita. L’udienza segnerà la fine delle indagini preliminari, per cui, in base alle regole della giurisprudenza, l’indagato avrà 20 giorni a disposizione per presentare una memoria difensiva o sottoporsi a interrogatorio. L’eventuale richiesta di rinvio a giudizio arriverà solo successivamente.
Ma come si è giunti a indagare Verduci, carrozziere di 65 anni? Il ministero della Giustizia possiede una banca dati, all’interno della quale è stato trovato un Dna compatibile alla lontana - quindi di un potenziale parente - con quello trovato sulla scena del delitto. Questo Dna compatibile alla lontana appartiene a un uomo detenuto a Brescia, pare parente, appunto, di Verduci.
Quest’ultimo all’inizio avrebbe negato di aver conosciuto Luigia Borrelli, per poi ammettere successivamente che forse potrebbe essere stato un suo cliente. E c’è stata un’intercettazione in cui l’uomo è sembrato attribuirsi la paternità di un altro omicidio. Ma ancora, vale la pena ribadirlo, si è nel campo delle indagini, e c’è tutto un iter da rispettare, compresa la presunzione di innocenza. Sta di fatto che Verduci, nonostante i gravi indizi a suo carico, non è in custodia cautelare in carcere, per via del fatto che la sua attuale condotta di vita non suggerirebbe potenziali comportamenti criminali e quindi possibile reiterazione.
Quello di Luigia Borrelli è un cold case molto misterioso. La donna venne ritrovata dissanguata da un atto di overkilling con il trapano conficcato nella gola - da qui l’espressione “delitto del trapano”. Le prime indagini dell’epoca non diedero esito positivo e le persone finite nella lente degli inquirenti si rivelarono estranee.
Ultimo in ordine di tempo un ex medico che, stando a una testimonianza, si recò al lavoro, nei giorni a ridosso del delitto, pieno di graffi e ferite: il professionista è stato scagionato proprio dalla non corrispondenza del Dna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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