Delitto del trapano: in tribunale l’uomo accusato di essere "Ignoto 1"

È una giornata importante per il cold case: il Dna di un uomo sarà confrontato con quello di Ignoto 1

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Si chiama Fortunato Verduci, è un carrozziere di 65 anni, la persona il cui Dna sarà confrontato con Ignoto 1, ovvero il profilo genetico rinvenuto sulla scena del crimine del cosiddetto “delitto del trapano”. Verduci quest’oggi sta affrontando un’udienza in cui verrà conferito l’incarico per la comparazione alla dottoressa Sarah Gino dell’Istituto di Medicina Legale di Torino.

Per Verduci, che è insieme al suo pool difensivo, composto dagli avvocati Emanuele Canepa e Andrea Volpe, erano stati disposti l’accompagnamento coattivo e l’esecuzione coattiva del rilievo, qualora si fosse rifiutato di sottoporsi a entrambe le richieste della giustizia. Per l’uomo, la pm Patrizia Petruzziello aveva chiesto la custodia cautelare in carcere, ma la Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta. Non se ne conoscono le motivazioni, tuttavia Verduci non avrebbe dato segni di violenza. Presente in videoconferenza anche l’ex generale dei Ris Luciano Garofano, che è consulente della procura.

I risultati del test del Dna dovrebbero essere disponibili tra un mese. Se dovessero essere negativi, la vicenda per Verduci si concluderà lì, mentre se dovessero essere positivi potrà chiedere, entro 20 giorni, di essere interrogato o presentare una memoria difensiva, in anticipo rispetto alla possibile richiesta di rinvio a giudizio.

Il cold case del killer del trapano è una vicenda delittuosa irrisolta. Il 5 settembre 1995 venne uccisa Luigia Borrelli, una vedova che, sotto ricatto degli usurai, si prostituiva con lo pseudonimo di Antonella. Il suo corpo venne trovato ferito in diverse parti del corpo, tra cui il petto e il collo, da un trapano, ancora conficcato nel cadavere alla scoperta dell’omicidio. La scena del crimine si trova a Genova, in vico Indoratori, in un basso che Luigia Borrelli aveva affittato, all’insaputa della famiglia, che non era al corrente del fatto che la donna, un’infermiera, fosse costretta a “fare la vita”.

Il giallo è rimasto insoluto per poco meno di 30 anni - e fu costellato di suicidi abbastanza insoliti, ovvero quello di un uomo innocente, inizialmente accusato del delitto, della donna che aveva affittato il basso a Borrelli, e infine del figlio della stessa Borrelli.

Nel 2021 Petruzziuello ha riaperto le indagini, a seguito del rinvenimento di tracce di Dna su alcuni mozziconi di sigaretta e alcune tracce ematiche che erano sulla scena del crimine. Questo ha permesso di isolare il profilo di Ignoto 1. Ora starà alla scienza capire se Ignoto 1 sia Verduci oppure no.

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