Giulia Tramontano mette la testa sulle spalle dell'amante del padre di suo figlio. Forse piange: un dettaglio che possiamo dedurre dalla sua posizione, anche se non viene inquadrato dalle telecamere. La ragazza con cui Alessandro Impagnatiello la tradisce da mesi è di fronte a lei, in carne e ossa. Alta, i capelli lunghissimi e neri, bellissima. Ma anche se la vita le vorrebbe sfidanti, a contendersi lo stesso uomo, le due giovani ritrovano un'intesa. Non possono sapere che da lì a poche ore le loro esistenze saranno sconvolte per sempre: la 29enne incinta al settimo mese verrà uccisa brutalmente con un coltello da cucina. L'altra si salverà, forse grazie un oscuro presentimento.
L'orario sulla telecamera che inquadra la strada di fronte all'Armani hotel segna le 16.57 del 27 maggio. È sabato e le due ragazze si siedono ai tavoli del bar. Sanno già l'una dell'esistenza dell'altra, e parlano per oltre un'ora, confrontandosi su inganni e tradimenti. Chiedono a Impagnatiello di raggiungerle per un incontro a tre, ma lui si smarca. Alle 18.20 si salutano e Giulia si allontana in direzione della metro, iniziando a inondare Impagnatiello di messaggi furibondi. Sono le 18.26: "Ti amo.. wow. Sono curiosa di sapere che cosa ti inventerai ora". Seguono messaggi ancora più rabbiosi. "Sto tornando a casa. Fatti trovare".
Alle 19.06 la madre del killer aspetta con la sua auto, una Hyundai bianca, alla linea Comasina e la riporta a casa in via Novella a Senago. L'omicidio è collocato intorno alle 19.30: secondo l'autopsia la donna verrà uccisa con 37 coltellate. Il barista 30enne proverà a bruciarne il corpo, prima nella vasca da bagno, poi nel box. La avvolgerà infine nel cellophane e in buste di plastica nere per poi gettare i suoi poveri resti in un vialetto colmo di erbacce tra due box in via Monte Rosa a Senago, a 700 metri da casa.
Secondo gli investigatori, che hanno ricevuto da pochi giorni i risultati dei test tossicologici, ora agli atti dell'inchiesta della pm Alessia Menegazzo, Impagnatiello avrebbe iniziato ad avvelenare la ragazza con il topicida (poi ritrovato nel suo appartamento) già nelle settimane precedenti. Non è chiaro se l'obiettivo fosse procurarle un aborto, oppure ucciderla. Le ricerche web lo inchiodano: “Quanto veleno serve per uccidere una persona” digiterà il 7 gennaio.
E a marzo Impagnatiello riceverà a casa un pacco con il cloroformio, un'altra sostanza tossica. Ma già a dicembre, cioè poco dopo avere scoperto di aspettare un bambino, la donna si era lamentata con la madre dell'acqua che sapeva “terribilmente” di ammoniaca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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