"Sono curiosa di sapere cosa ti inventerai ora". Gli ultimi sms di Giulia Tramontano al killer, sabato pomeriggio alle 18.30, sono pieni di rabbia, frustrazione, risentimento. Sentimenti legittimi di una persona ferita, incinta al settimo mese di gravidanza, dopo avere scoperto la seconda relazione del compagno Alessandro Impagnatiello, 30 anni, con una collega italo-inglese che lavorava con lui all'Armani Bamboo di Milano. "Sto tornando a casa. Fatti trovare", gli ha scritto.
E a casa ci è tornata, Giulia. Lo ha affrontato a parole, nell'appartamento in cui entrambi avrebbero dovuto vivere insieme al loro bambino che sarebbe venuto alla luce in estate, a luglio. Ma lui non aveva intenzione di chiarire. L'ha uccisa, senza nessuna pietà. Poi ha nascosto il corpo, ne ha denunciato la scomparsa, sperando di farla franca. Fino all'ultimo.
Cosa ha detto il killer di Giulia Tramontano
Ecco la confessione di Impagnatiello alla pm Alessia Menegazzo e ai carabinieri della squadra omicidi che lo hanno interrogato ieri notte, in presenza del suo avvocato Sebastiano Sartori. Parole messe a verbale e riportate nella richiesta di convalida del fermo della procura al giudice per le indagini preliminari.
"Giulia aveva sospetti da tempo - sono le parole del trentenne - e non viveva bene la sua gravidanza anche a causa della mia presenza che lei vedeva sempre più diluita. Il sabato 27 A. ha comunicato a Giulia vari messaggi e video tra me e A. e Giulia e A. a fronte di questa reciproca scoperta hanno deciso di incontrarsi sabato 27. Io ero a lavoro e Giulia mi ha comunicato che, avendo scoperto tutto, avevano deciso di vedersi loro due e l'incontro avviene intorno alle 16.30/17.00 davanti all'Armani Hotel, incontro al quale era stato invitato anche io ma avevo preferito non aderire. A quell'ora le due si sono confidate svelandosi ogni episodio relativo alle rispettive relazioni con me scoprendo che era state contemporaneamente con me".
Il racconto di Impagnatiello agli inquirenti
Chiedono gli inquirenti: "Dopo tale incontro, cosa è accaduto?". Risposta di Impagnatiello: "Verso le 18.30/19.00 Giulia è tornata a casa e affronta la conversazione con me con toni normali, rassegnata. Questo era stata l'ultima situazione che l'aveva delusa. La conversazione è durata poco ed in casa si era creato il gelo tra me e lei".
E anche: "Dopo che io ho mangiato una piadina, Giulia è andata in cucina per prepararsi la cena ed ha iniziato a tagliare dei pomodori. Io ero in sala. A quel punto Giulia ha riaperto la discussione dicendomi che la vita per lei era diventata pesante e non riusciva più a vivere. Mentre veniva verso la sala con il coltello che stava usando per i pomodori, ha iniziato a procurarsi dei tagli sulle braccia (braccio sinistro) io a quel punto mi sono alzato dal divano cercando di avvicinarmi a lei ma lei mi diceva che non voleva più vivere. Lei si era inferta già qualche colpo all'altezza del collo e io arrivato vicino a lei, per non faria soffrire le ho inferto anche io tre o quattro colpi all'altezza del collo. Il coltello è caduto a terra davanti al divano, lei era stremata a terra e io le dicevo che era finita e che doveva riposarsi".
"Il corpo nascosto in auto per giorni"
A quel punto il racconto è pieno di dettagli agghiaccianti, che non riportiamo. Il 30enne ha ammesso di avere scagliato due fendenti, sul collo. Poi c'è stato il tentativo di occultare il corpo bruciandolo, avvolgendolo nel cellophane e infine gettandolo in un vialetto. Domani mattina Impagnatiello dovrà presentarsi davanti alla gip per l'interrogatorio di convalida del fermo. Secondo il suo racconto, avrebbe occultato il corpo per diversi giorni, prima nel garage del box, poi nella sua auto.
Lo avrebbe gettato nel vialetto tra i due boxe in via Monte Rosa a Senago, non molto distante dalla casa in cui abitava con Giulia Tramontano, solo nella notte tra martedì e mercoledì. Negli altri giorni avrebbe - una versione tutta da verificare - girato con l'auto con a bordo il cadavere.
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