Le lesioni, le lenzuola, il viaggio all'estero. Perché per i pm Lilly è stata uccisa

Dal marito indagato all'amico "speciale". Tutto quello che sappiamo sulle indagini per omicidio di Liliana Resinovich: i dettagli di un caso ancora al vaglio degli inquirenti

Le lesioni, le lenzuola, il viaggio all'estero. Perché per i pm Lilly è stata uccisa

Non è dato sapere se Sebastiano Visintin, vedovo e unico indagato per la morte della moglie Liliana Resinovich, sia rientrato dalla sua rimpatriata fuori porta in Austria, a Villach, dove si sarebbe rifugiato nei giorni scorsi, si dice per sfuggire alla pressione mediatica dopo la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati. Gli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua intanto assicurano che in realtà questa gita sarebbe una semplice abitudine dell’uomo, senza nessuna attinenza con le indagini in corso. Ma che cosa si sa al momento?

La scomparsa e la morte

Liliana Resinovich è scomparsa la mattina del 14 dicembre 2021 da Trieste. Il vedovo - come sarà spiegato più avanti - presenta la denuncia la sera stessa, ma le ricerche restano inizialmente di interesse locale. Pochissimi giorni più tardi, la nipote Veronica Resinovich, con cui la donna scomparsa aveva un legame stretto, chiede aiuto a “Chi l’ha visto?” e le ricerche diventano di interesse nazionale.

Lilly però non si trova per tre settimane. Solo il 5 gennaio 2022 emerge una realtà sconvolgente: viene trovato il cadavere della donna nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico giuliano. In testa ci sono due sacchetti trasparenti, tenuti insieme con un cordino lasso. Il corpo è avvolto in sacchi neri. Le suole delle scarpe sono sostanzialmente pulite, o comunque non sporche del terriccio del boschetto. In borsa solo pochi oggetti: una bottiglia d’acqua vuota, una mascherina chirurgica, delle chiavi di casa tenute insieme con un laccetto, occhiali da sole. Al polso un orologio sportivo rosa fermo poco dopo le 9. Nessuna impronta, neppure della donna, neppure sui sacchi neri, con l’eccezione di un guanto.

Le indagini

Le indagini partono subito, ma sono indirizzate, come ipotesi di reato, al sequestro di persona. Gli investigatori della procura di Trieste si chiedono sostanzialmente: dove è stata la donna per tre settimane? L’interrogativo è supportato da una prima autopsia, in cui la causa della morte è indicata in uno scompenso cardiaco, per cui la donna sarebbe morta entro poche decine di ore prima del ritrovamento.

Intanto un amico di vecchia data, Fulvio Covalero, racconta qualcosa di interessante. Il giorno della scomparsa di Liliana ci sarebbe stato un litigio nei pressi del boschetto. Sue fonti parlano di un allerta alle forze dell’ordine che però, giunte sul posto, non trovano nessuno. Si fa strada l’ipotesi che Lilly possa essere stata aggredita, ipotesi sostenuta comunque da diversi consulenti delle parti lese: la donna presenta infatti numerose lesioni sul volto.

Però la procura a un certo punto chiede l’archiviazione del caso: Liliana Resinovich si sarebbe suicidata, stretta in un “imbuto emotivo”. Contemporaneamente alla scomparsa si fa infatti avanti un uomo: si tratta di Claudio Sterpin, atleta ed ex bersagliere, che da giovane aveva avuto una relazione con lei. Non solo: i due, stando alle sue dichiarazioni, avrebbero riallacciato la relazione, dopo che lui era rimasto vedovo della seconda moglie. L’uomo le avrebbe detto: “Potresti diventare la terza signora Sterpin”. Afferma che stessero organizzando una convivenza.

Vengono presentate tre opposizioni all’archiviazione, da parte di Visintin, di Veronica e Sergio Resinovich, quest’ultimo fratello della donna. Sergio entra in contrasto con il cognato dal giorno stesso della scomparsa: non solo crede alla relazione extraconiugale stretta con Sterpin, della quale non sapeva nulla, ma lamenta un presunto atteggiamento immobile da parte di Visintin. E aggiunge un dettaglio: la sorella avrebbe nascosto dietro un quadro un foglio con le credenziali bancarie, ma non c’è traccia del biglietto.

Nei dibattiti televisivi e nelle sit in procura entra anche la cugina di Lilly, Silvia Radin: anche lei si lamenta dell’atteggiamento di Visintin, il quale, dice, prima del ritrovamento del corpo avrebbe fatto menzione del fatto che si sarebbe dovuto attendere 10 anni prima della dichiarazione di morte presunta. Anche Sergio Resinovich ha parlato del fatto che il cognato, ex fotografo in pensione e arrotino per arrotondare, gli avrebbe confidato di non farcela economicamente senza la moglie.

Le opposizioni vengono accolte, il corpo riesumato e c’è una nuova autopsia. Le indagini si concentrano su 25 punti mai chiariti nella prima indagine, uno su tutti: stabilire l’epoca della morte. Si indaga ancora, ma stavolta per omicidio.

La consulenza Cattaneo

Viene disposta una consulenza collegiale guidata dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che invece afferma cose molto diverse dalla prima indagine: Liliana sarebbe stata aggredita e uccisa il giorno stesso della sua scomparsa, anzi entro 4 ore dalla colazione. Il corpo sarebbe stato portato nel boschetto entro 6 ore dalla morte e lì sarebbe rimasto per tre settimane, protetto da un microclima che l’avrebbe conservato intatto.

L’unico indagato

Dopo oltre tre anni di indagini, c’è da qualche giorno un unico indagato: Sebastiano Visintin appunto. L’uomo si è mostrato abbastanza provato nella puntata di Quarto Grado che ha diffuso per primo la notizia. Successivamente l’uomo ha rifuggito il contatto con i giornalisti, dando invece un’immagine serena. Non si sa quali indizi possano aver spinto la procura a iscriverlo nel registro degli indagati. I suoi legali parlano di “atto dovuto”. A Visintin sono stati sequestrati oltre 700 coltelli, un maglione giallo e un paio di guanti, forse per un confronto con il materiale repertato a disposizione degli inquirenti.

Visintin ha sempre dichiarato che tra lui e Liliana Resinovich la relazione andasse a gonfie vele. Ignorava la presunta relazione con Sterpin, che conosceva di vista, avendo scattato a lui e alla moglie una fotografia durante una manifestazione dei bersaglieri. Un punto di vista che cozza non solo con i famigliari di Lilly, diversi amici e lo stesso Sterpin, ma anche con un’albergatrice, Jasmina Zivkovic, conoscente dei coniugi. Zivkovic è stata sentita ieri dalla procura e avrebbe ribadito quanto sostenuto in precedenza, ovvero come i rapporti non sarebbero stati idilliaci: avrebbe assistito a uno scatto d’ira di Visintin e Lilly le avrebbe chiesto letti separati.

L’amico speciale

Se Lilly e Claudio Sterpin abbiano avuto o no una relazione è stato un interrogativo cruciale per fugare l’ipotesi di suicidio. Dalla sua Sterpin ha tre elementi importanti: i messaggi, diverse centinaia, scambiati con la donna in un linguaggio criptico, le ricerche di lei su “come divorziare senza avvocato” e infine l’acquisto con la propria carta di credito di un completo di lenzuola di flanella con i fiorellini.

Sterpin sostiene che lui e Liliana avrebbero avuto in programma una fuga d’amore a Umago, in Croazia. Ma anche Visintin parla di un viaggio all’estero: lui e Liliana avrebbero programmato di andare in Brasile a febbraio 2022. Difficile immaginare il suicidio da parte di una persona che comunque aveva dei progetti.

La ricostruzione della giornata

Cosa è accaduto il 14 dicembre 2021? C’è una ricostruzione sulla quale gli inquirenti stanno lavorando.

La mattinata di Lilly inizia con la colazione, a base di un panettone con uvette, come quelle trovate nel suo stomaco in sede autoptica. Visintin afferma di essere uscito prima delle 8 per portare alle aziende triestine che si rivolgono a lui i coltelli appena arrotati: la donna lo avrebbe salutato dalla finestra con due peluche di topoline.

Liliana e Claudio Sterpin si sarebbero quindi sentiti al telefono: i due quel giorno avrebbero avuto appuntamento, ma lei gli dice che avrebbe fatto tardi perché doveva passare in un negozio di telefonia. Ma Lilly non solo non passa dal negozio, non dà più notizie a Sterpin, che sarebbe andato in negozio a chiedere se l’avessero vista. Attualmente la proprietaria dell’esercizio racconta alla stampa una versione un po’ diversa: quel che è certo è che, vedendo che Liliana Resinovich tardava, Claudio Sterpin è andato a cercarla già dalla mattina, ritenendo la situazione insolita.

Si suppone che una parte del percorso effettuato da Lilly, una volta uscita da casa quella mattina, sia stato immortalato da tre telecamere di videosorveglianza: in via San Cilino, in via Damiano Chiesa e in piazzale Gioberti. Il fatto però che la donna sia risultata inizialmente scomparsa e che il suo fosse ritenuto un allontanamento volontario ha causato un ritardo nell’acquisizione dei filmati. Secondo la procura si tratta di lei, ma non sono ancora state effettuate analisi dedicate e l’opinione pubblica, compresi conoscenti e famiglia, sono divisi su questo punto.

Dopo il giro per la consegna dei coltelli, Visintin avrebbe fatto un’escursione in bici per provare - ha affermato - la sua nuova GoPro. Questo è stato ritenuto parte del suo alibi finora - ma la GoPro non coprirebbe per intero gli orari indicati nella perizia Cattaneo.

Intanto arriva il pomeriggio e Sterpin decide di rivelare a qualcuno del suo legame con Lilly. Chiama un conoscente, un vicino della donna, ovvero Salvatore Nasti, membro delle forze dell’ordine in pensione, e gli rivela che Liliana, con cui avrebbe avuto una relazione, risulta scomparsa.

Nasti si confida con la compagna Gabriella Micheli, ex dipendente della questura in pensione: i due contattano Visintin e cercano di capire cosa sia accaduto, stimolandolo a presentare denuncia. Sulle prime Visintin sarebbe stato dubbioso, pensando che la moglie avesse incontrato ex colleghi e si sarebbe fermata con loro. In prima serata, poi, la denuncia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica