L'omicidio, la detenzione, il futuro: "Parolisi detenuto modello"

L'ex caporal maggiore fu condannato per l'omicidio della moglie Melania Rea, nel 2011, ma si è sempre professato innocente. L'avvocato: "C'erano delle piste alternative che non sono state valutate"

L'omicidio, la detenzione, il futuro: "Parolisi detenuto modello"

Un omicidio, il carcere, la perdita della carriera e della potestà genitoriale. E poi gli studi in galera, oltre che una nuova prospettiva in vista del fine pena. Salvatore Parolisi, 45enne ex caporalmaggiore dell'Esercito condannato per l'omicidio della moglie Melania Rea, compiuto nel 2011, non ha mai lontanamente ammesso di aver compiuto il delitto.

Ma dov'è e che cosa fa oggi? "Salvatore è ancora recluso nel carcere di Bollate. Lavora come centralinista all'interno del penitenziario e sta studiando Giurisprudenza all'Università di Milano - racconta a IlGiornale.it il suo legale Antonio Cozza - Il fine pena con i giorni di liberazione anticipata è previsto per il 2029. È sempre stato un detenuto modello e quindi, man mano, potrebbe ottenere la semilibertà e tutta una serie di benefici, restando sempre sottoposto al controllo delle autorità". Tuttavia finora pare non abbia mai chiesto permessi premio: "Salvatore è nella condizione di poter chiedere dei benefici. Ha maturato quei requisiti che la legge richiede perché ciò avvenga. Se continua quest'ottimo percorso all'interno del carcere, sicuramente a breve potrà avere dei benefici".

Chi è Salvatore Parolisi

Classe 1978, l'uomo era un caporal maggiore capo dell'Esercito Italiano. Sposato con Carmela Rea, detta Melania, la coppia aveva una figlia, oltre che un altro figlio da precedente relazione. Strinse un legame con una sua allieva di nome Ludovica, che aveva 26 anni, ma Parolisi ebbe anche rapporti occasionali anche con altre allieve. Nei messaggi inviati a Ludovica prometteva che avrebbe lasciato la moglie: "Tu sei la cosa più importante, non preoccuparti i nostri accordi non vanno per le lunghe, massimo una settimana poi dovrà sparire dalla mia vista". La sentenza della Cassazione nei confronti di Parolisi fu lapidaria: "la situazione creatasi nel rapporto dell'imputato con le due donne" avrebbe contribuito a costituire "l'humus psicologico per lo scatenamento della sua furia e, propiziato dal fatto che la povera vittima era stata avvertita come un fastidioso ostacolo e come un pericolo per la sua carriera".

L'omicidio di Melania Rea

Salvatore Parolisi e Melania Rea

Melania Rea scomparve il 18 aprile 2011, all'età di 29 anni. Fu Parolisi a chiamare soccorsi, entrando in un bar e affermando di non aver visto la moglie tornare dopo aver detto di aver bisogno di una toilette. Due giorni dopo, il corpo di Rea fu trovato nel bosco delle Casermette a Ripe di Civitella. Sul suo cadavere ben 35 ferite, di cui 6 a forma di svastica, eseguite con un coltello a lama monotagliente, come riporta il sito della Polizia Penitenziaria. Il 21 giugno successivo Parolisi venne iscritto nel registro degli indagati: molti dei suoi atteggiamenti, tra cui la richiesta fatta a Ludovica di cancellare i messaggi scambiati, allertarono gli inquirenti e l'uomo il 18 luglio venne arrestato.

C'è chi ritiene Parolisi innocente. "Le indagini hanno sempre presentato delle lacune importanti. C'erano delle piste alternative che non sono state valutate in modo approfondito - elenca il legale Cozza - C'erano tracce sul luogo del delitto riconducibili a terze persone. Tipo un'impronta di scarpa di misura piccola o una perla sulla calza di Melania. Dati che forse avrebbero potuto portare anche a una pista femminile. Ma ormai è acqua passata, accettiamo la decisione dei giudici e andiamo avanti. Anche perché non abbiamo intenzione di chiedere una revisione".

Parolisi fu condannato all'ergastolo nel 2012, con le pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale e decadenza dalla potestà genitoriale. La pena fu poi ridotta a 20 anni in appello nel 2015, e infine confermata in Cassazione, dove venne esclusa l'aggravante della crudeltà. Parolisi, che tuttavia si è sempre professato innocente, avrebbe colpito Rea con rabbia e rancore, dopo averla portata a passeggiare con la figlia in un luogo a lui noto poiché aveva in passato compiuto lì delle esercitazioni militari. Secondo la ricostruzione, l'uomo si voleva liberare della moglie senza conseguenze: pare che Rea, figlia a propria volta di un militare, avrebbe promesso ripercussioni dopo aver scoperto la relazione extraconiugale del marito. "Ancora oggi si dichiara estraneo a quello che è accaduto a Melania", sottolinea però il suo avvocato.

Dopo la condanna

Salvatore Parolisi

A giugno 2016, a seguito dell'appello di Gennaro Rea, padre della vittima, Parolisi venne di fatto estromesso dall'esercito e spostato, come riporta Il Gazzettino, da un carcere militare a un carcere civile. "Gentile signor Rea - scrisse all'epoca il generale Alberto Rosso - Le comunico che in data 16 giugno 2016 la Direzione generale per il personale militare ha decretato la perdita di status militare di Salvatore Parolisi nonché la cessazione del rapporto di impiego con l'Amministrazione della Difesa a far data dal 13 luglio 2016. Il trasferimento di Parolisi presso un istituto di pena civile verrà eseguito una volta disposto dalla competente Procura Generale di Perugia, già in tal senso formalmente interessata da codesto ministero".

Nel 2017 il tribunale per i minori di Napoli ha dato corso alla decadenza della potestà genitoriale per Parolisi, poiché "in assoluto disprezzo delle drammatiche conseguenze per la figlia, veniva dal Parolisi Salvatore uccisa la madre della minore con la bimba probabilmente in macchina, si spera addormentata": la giovane Vittoria, che intanto ha cambiato cognome, è infatti stata affidata dal primo momento proprio a nonno Gennaro Rea e alla nonna Vittoria, come si legge su Il Resto del Carlino.

La famiglia di Melania Rea non sa nulla di Parolisi. Il fratello della donna, Michele Rea, aveva confidato a Leggo, ad aprile 2023, che "Quella stessa legge che prevede tanti diritti, a noi non consente di sapere nulla su di lui. Non credo che quando uscirà dal carcere verrà a cercare sua figlia perché se ci avesse tenuto a lei, noi adesso non staremmo neanche parlando e Melania sarebbe ancora viva".

Parolisi quindi, che dal 2020 ha deciso di studiare Giurisprudenza, non ha visto la figlia da allora. "Salvatore non ha contatti con sua figlia - conclude Cozza - Non per sua scelta ma perché è decaduta la potestà genitoriale.

C'erano stati dei momenti in cui il Tribunale dei Minori aveva autorizzato gli incontri con la bambina ma non è mai accaduto che si incontrassero. Ripeto, non per scelta del mio assistito. Ci sarà tempo e modo, quando e se la figlia vorrà, di incontrarla".

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