300 messaggi al giorno per 2 anni. Così Filippo Turetta controllava Giulia Cecchetin

Dal gennaio 2022 al giorno dell'omicidio il ragazzo ha inviato oltre 225mila messaggi. Ora rischia l'aggravante di stalking e l'ergastolo

300 messaggi al giorno per 2 anni. Così Filippo Turetta controllava Giulia Cecchetin
00:00 00:00

Trecento. Sono i messaggi inviati in media in un solo giorno da Filippo Turetta a Giulia Cecchettin. Come riporta il Corriere della Sera da gennaio 2022 al giorno dell’omicidio, l’11 novembre 2023 - per un periodo di poco meno di 2 anni quindi - ammontano a 225.720 i messaggi inviati dal killer alla sua vittima.

Quindi l’aggravante di stalking, finora ventilata e sostenuta da testimonianze di famiglia e amici oltre che dalle chat della stessa Giulia, prende sempre più corpo. E Turetta rischia l’ergastolo, tanto più che potrebbero essergli attribuite le aggravanti della premeditazione - che la difesa nega, parlando invece di preordinazione - e della crudeltà.

Dalle ultime chat, quelle dei 4 giorni precedenti all’omicidio, emerge che per Giulia Filippo non fosse fonte di fastidio ma addirittura di paura, tanto da arrivare a dargli dello psicopatico quando lui lamenta, ricorrendo ad accuse, che lei gli abbia negato la buonanotte: “Ti comporti come uno psicopatico. Ogni tanto mi fai paura. Può essere che anche dopo mi vieni a cercare. Ma io voglio poter stare serena. Sai, mi è venuto da pensare: questo è un po’ malato, mi conviene togliergli la buonanotte”, scrive Giulia.

Questa lite via WhatsApp prosegue per tutto il giorno 7 novembre: alle 21.15 Filippo crea l’ormai nota lista in cui annota il materiale che - si presume - sia servito all’omicidio di Giulia: “Cartina geografica, zaino grande, coltelli, pieno benzina, buste soldi, sacchi immondizia, legare caviglie sotto e sopra le ginocchia, bloccare portiere auto, nastro adesivo”. Lui respinge le accuse, dice che i coltelli fossero presenti in auto per propri propositi di suicidio, lo scotch per la pergamena il giorno della laurea di Giulia.

Lo scambio prosegue l’8 novembre, quando lui comincia a fare ricerche su “app spia” e sul controllo dei follower altrui su Instagram. Giulia, ignara di questo dettaglio, gli scrive: “Sei malato […] Un paio di volte ti sei fatto trovare dove ero io. Mi spii. Ma ci sono cose che voglio tenermi per me, perché mi spaventa quello che potresti fare con quelle informazioni”.

Infine il rovesciamento. Turetta risponde: “Io non controllo, volevo solo la buonanotte prima di dormire. Noi ci vogliamo bene, siamo legati, siamo due patatini. Come puoi pensare di iniziare a frequentare un altro tipo, che persona ridicola sei? Rischi di scriver la buonanotte ad un altro. Una cosa violentissima nei miei confronti”.

Tre giorni dopo Turetta aggredirà - secondo la ricostruzione degli inquirenti - Giulia Cecchettin dapprima in un parcheggio vicino a casa della 22enne a Vigonovo e successivamente nella zona industriale di Fossò, per poi abbandonare il corpo nei pressi del lago di Barcis, in una zona che di lì a poco sarebbe stata inibita al traffico per mesi per l’arrivo dell’inverno.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica