Non c’è ancora pace per i poveri resti di Saman Abbas: si dovrà attendere almeno un altro mese per una degna sepoltura. Il cadavere è stato occultato nella nuda terra di un casolare abbandonato a Novellara dalla notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021 - quando la giovane scomparve ma in realtà, come stabilito in tribunale nel primo grado di giudizio, fu uccisa per essersi opposta al matrimonio forzato con un cugino in Pakistan.
Il suo ritrovamento è avvenuto nella seconda metà di novembre 2022 su indicazione di uno zio che ha scelto di collaborare con la polizia penitenziaria. Successivamente il corpo è stato affidato agli inquirenti per le analisi di rito. A novembre 2023 la corte d’assise di Reggio Emilia ha concesso il nullaosta alla sepoltura, che tuttavia non è ancora avvenuta.
“È un iter burocratico molto lungo - ha spiegato la prima cittadina di Novellara Elena Carletti al Resto del Carlino - stiamo raccogliendo la documentazione necessaria e siamo ormai nella fase conclusiva. A novembre pensavamo di essere arrivati alla fine, ma le autorizzazioni da ottenere per la salma di una persona vittima di reato che non ha familiari sono tantissime. Purtroppo non bastava la comunicazione del tribunale, ma ci sono volute le certificazioni di chi ha svolto l’autopsia e altre carte”.
Secondo Carletti, che, come riporta ReggiOnline, ha operato insieme alla prefettura e con il supporto della presidente del tribunale e del procuratore capo, l’iter non è ancora del tutto concluso: “Credo che almeno un mese ci voglia. Spero entro la primavera di avere il nullaosta”. La sepoltura sarà disposta, quando verrà il momento, secondo le volontà del fratello di Saman, che resterà in carico ai servizi sociali italiani fino al compimento dei 21 anni. “Seguiremo le sue indicazioni. Sappiamo che ha iniziato una serie di riflessioni, ma non abbiamo chiesto per rispettare questa decisione difficile in un contesto doloroso. Solo quando l’iter sarà concluso, parleremo con lui” ha chiosato Carletti.
Le autorità hanno provveduto al disbrigo burocratico poiché Saman, a parte il fratello che si trova in una posizione difficile, non ha parenti stretti che lo facciano.
I genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen sono infatti stati condannati all’ergastolo, mentre lo zio Danish Hasnain, che aveva condotto gli inquirenti sul luogo dell'occultamento, ha ricevuto una condanna di 14 anni - ma non si conoscono ancora le motivazioni della sentenza. Il fratello minore di Saman si sarebbe ritrovato ad affrontare delle pressioni durante il processo, poiché aveva scelto di testimoniare in opposizione ai famigliari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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