La uccise e poi comprò l'accetta. Ora il killer di Carol Maltesi chiede lo sconto di pena

In primo grado Davide Fontana è stato condannato a 30 di reclusione. I difensori hanno presentato ricorso per chiedere il rito abbreviato. Agli atti della corte d'Appello lo scontrino degli attrezzi acquistati per smembrare la 26enne

La uccise e poi comprò l'accetta. Ora il killer di Carol Maltesi chiede lo sconto di pena
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I difensori di Davide Fontana, il 43enne che l'11 gennaio del 2022 uccise e fece a pezzi Carol Maltesi in un appartamento a Rescaldina (Milano), hanno presentato ricorso in Appello contro la sentenza in primo grado con cui l'imputato è stato condannato a 30 anni di reclusione. Stando a quanto riporta l'edizione odierna di QN, gli avvocati del "bancario killer" - come è stato ribattezzato Fontana dalla stampa - chiedono di poter accedere al rito abbreviato che, di fatto, prevede lo sconto di un terzo della pena. Intanto le parti civili hanno depositato 41pagine di ricorso contro la stessa sentenza di condanna ritenendo sussistente l'aggravante della premeditazione che, invece, i giudici della Corte d'Assise di Busto Arsizio hanno escluso. Agli atti della fitta documentazione c'è lo scontrino di un negozio di bricolage, dove l'assassino si è recato subito dopo l'omicidio, per acquistare gli attrezzi con cui ha smembrato il cadavere della 26enne.

Il ricorso degli avvocati di Fontana

Il ricorso presentato dagli avvocati del 43enne potrebbe astrattamente comportare la riduzione di un terzo della pena inflitta in primo grado all'imputato. Ciò significa che, qualora la richiesta fosse accolta e confermata la condanna, Fontana non dovrebbe scontare 30 anni di reclusione ma ipoteticamente 20 (il massimo imponibile). Fatto sta che, due settimane fa, anche la procura di Busto Arsizio ha impugnato la sentenza di primo chidendo l'ergastolo per il killer. Secondo il pm non è possibile escludere l'aggravante della premeditazione per le modalità e tempiste con cui si è consumato l'omicidio. Carol Maltesi fu uccisa nel contesto della registrazione di un video hard, mentre era legata a un palo della lap dance, poi smembrata e i resti stipati in un congelatore a pozzetto acquistato online. Successivamente il cadavere fu gettato in un dirupo tra le montagne di Bormio, dove fu ritrovato a marzo del 2022.

Lo scontrino

Nelle 41 pagine di ricorso presentate dalle parti civili c'è lo scontrino degli attrezzi acquistati da Fontana per smembrare il corpo della 26enne. A quanto risulta, Fontana si è recato in un negozio di bricolage a Cerro Maggiore subito dopo l'omicidio che, verosimilmente, è avvenuto tra le 11.30 e le 11.55 dell'11 gennaio. Alle 13.49 di quello stesso giorno, l'ex bancario stava uscendo dal negozio munito di seghetto e accetta. Circostanza che, secondo l'accusa, comproverebbe la pianificazione del delitto e dunque l'ipotesi della premeditazione.

Inoltre, agli atti della documentazione c'è anche un messaggio che il killer avrebbe inviato all'allora compagno della 26enne fingendosi Carol. "Finito", recita il testo del messaggio in riferimento al filmino che lui e la vittima, entrambi fruitori di una piattaforma online destinata a un pubblico adulto, stavano girando quella mattina.

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