141 mila utenze sotto controllo: ecco le città più "intercettate" d'Italia

Da nord a sud in 4 anni spesi un miliardo e 200 milioni per spiare le telefonate

141 mila utenze sotto controllo: ecco le città più "intercettate" d'Italia

Un paese di intercettati. Lo Stato tra il 2009 e il 2013 ha speso un miliardo e duecento milioni di euro. Una cifra da capogiro per spiare 190 milioni di conversazioni all’anno. Un unicum nel panorama internazionale, che fa di Massimo D’Alema solo uno fra i tanti intercettati in Italia.

Nel 2013, secondo i numeri ufficiali, lo Stato italiano ha speso ben 214 milioni di euro per pagare soprattutto le società esterne che si occupano dell’assistenza tecnica e del noleggio delle attrezzature. Secondo l’Eurispes, però, nel 2008 la spesa è stata di 286 milioni, nel 2010 di 284 milioni e nel 2011 di 260 milioni. Le utenze intercettate solo nel 2013 sono state ben 141 mila. Secondo l’Eurispes, considerando che nel 2010 le utenze telefoniche intercettate sono state 139.051, con una media di 26 eventi telefonici giornalieri per utenza, e che la durata di ogni singola intercettazione è pari a una media di 50 giorni, le conversazioni registrate ogni anno, e cioè chiamate in entrata e in uscita, telefonate senza risposta, messaggistica e localizzazioni, possono essere stimati in 181 milioni.

Nel 2013, come racconta il Tempo, è stata Napoli a far registrare il numero più alto di intercettazioni, con 22mila utenze, segue la Capitale con quasi 19mila, poi Milano con 13.

500, Palermo con più di 9mila e infie Reggio Calabria con 8mila. In coda, fra i primi classificati, c’è Torino con 7.500 e poi Catania con 6.200. Le discrepanze sono evidenti. Roma, ad esempio, pur avendo intercettato il triplo di Catania, ha speso molto di meno.

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